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Nostra Signora della Guardia

La devozione alla Nostra Signore della Guardia

Tra i numerosi titoli con cui la Chiesa Cattolica venera Maria, quello di Nostra Signora della Guardia è legato all’omonimo santuario costruito sulla cima del Monte Figogna, nella Valpolcevera, alle porte di Genova.

La devozione mariana in questo luogo ha inizio alla fine del XV secolo, due anni prima che l’illustre genovese Cristoforo Colombo sbarcasse in America, a seguito dell’apparizione a Benedetto Pareto, rimanendo per lungo tempo una devozione molto forte e sentita tra i fedeli della Valpolcevera, estendendosi, poco a poco, a tutto il ponente genovese.

Dalle fonti pervenuteci, il primo resoconto del miracolo risale al 1530, ed è costituito da una Memoria del santuario, che, composta in quegli anni, intende provare la veridicità dei fatti. In questa preziosa testimonianza viene narrata la storia del miracolo, basato sul racconto di tre testimoni – Nicheroso Parodi di Cesino, Bartolomeo Piccaluga di Morego e Francollo Verardo di Livellato – tutti ormai anziani d’età, i quali riferirono della loro amicizia con il Pareto e la sua buona fede. 

La storia dell’apparizione è molto simile a tante altre ma ancora oggi affascina e commuove i genovesi e tutti coloro che si recano al santuario alla pari di Lourdes, Fatima e La Salette, per citare alcuni nomi. Era il 29 agosto 1490 ed erano probabilmente le 10 del mattino quando a un contadino della zona, Benedetto Pareto, apparve la Santa Vergine mentre era intento al suo lavoro. Qui la Madonna apparve maestosa, il viso bellissimo, i modi dolci e un aspetto splendido, come attestano le fonti. Ella gli disse di essere la Regina del Cielo, e quindi precisò, per rassicurarlo, di essere la Madre di Gesù. Gli indicò, allora, il punto del monte dove pretese la costruzione di una piccola cappella a lei dedicata, promettendo al contadino, viste le sue economie scarse, che non gli sarebbe mancata cosa alcuna. 

Pareto, felice in cuor suo, raccontò il fatto alla moglie quando questa giunse nel luogo dell’apparizione portando il pranzo al povero contadino; la donna subito lo derise credendolo pazzo, incoraggiandolo a dimenticare quell’apparizione. Accadde, però, che il giorno dopo, salito su un fico per mangiarne i frutti, il ramo dell’albero si ruppe e la caduta fu molto dolorosa, lasciando il contadino in fin di vita. Aveva appena ricevuto i sacramenti quando ebbe una seconda apparizione della Santa vergine, la quale gli rinnovò la richiesta di costruire la cappella, facendolo guarire di colpo. Tale miracolo non passò inosservato e convinse i presenti ad aiutarlo nella costruzione della cappella.

Analizzando le fonti del santuario, sappiamo che questo primo edificio era situato nella Valpolcevera, grazie ad un documento del 1507 del parroco di San Bartolomeo di Livellato, don Giacomo Grandi, e citato come cappella mariana associata alla sua parrocchia.

Il culto si diffuse negli anni, la voce si sparse e i fedeli accorrevano; fu questo che, nel 1530, condusse la popolazione e la parrocchia a fare un primo ingrandimento. Sono sempre le memorie del santuario che parlano a proposito della chiesa grande edificata nel 1528-1530, corrispondente alla chiesa poi demolita per l’attuale ospizio all’inizio del Novecento. Sempre le fonti parlano delle numerose offerte di denaro che il nobile locale, Bartolomeo Ghersi, aveva dedicato alla costruzione di tale edificio, poco distante dal luogo della prima apparizione. 

È in questo periodo, inoltre, che la chiesa inizia ad essere arricchita di marmi, statue e bassorilievi, tuttora presenti insieme all’altare maggiore, oggi visibile nella sacrestia del santuario. 

La costruzione, insieme alle varie modifiche, appaiono anche in un altro documento, sempre firmato da testimoni credibili, i quali lasciarono, nel 1604, una deposizione di giuramento davanti al notaio, nel quale è testimoniata l’amicizia con il figlio del Pareto, Pasquale, il quale aveva preso, alla morte del padre, la cura del santuario.

Ciò che importa ora non è tanto la storia delle varie costruzioni, ma chi ha frequentato, e dove il culto della Madonna della Guardia è arrivato lungo il corso dei secoli. 

Ebbene, tra i fatti memorabili del santuario si ricorda il pellegrinaggio che si svolse il 21 luglio 1871, in occasione del Giubileo Pontificale del Beato Pio IX, evento ripetuto il 7 luglio 1876 sotto la guida dell’Arcivescovo Monsignor Salvatore Magnasco, le quali visite sancirono l’inizio degli ultimi lavori del santuario nelle forme attuali. La devozione genovese sbarcò a Roma nei giardini vaticani con una sua propria cappella grazie a Papa Benedetto XV, il quale elevò il santuario genovese a basilica minore. Tra le visite papali si ricordano le visite di San Giovanni Paolo II (1985,1990), Benedetto XVI (2008), il quale regalò la rosa d’oro al santuario, e Francesco (2017). 

Il suo culto si diffuse grazie anche all’opera di San Luigi Orione, il quale fece edificare un santuario della Madonna della Guardia nella città di Tortona. Altri santuari vennero edificati in Liguria, tra cui Bavari e il Santuario cittadino della Madonna della Guardia nel pieno centro di Genova, e all’estero grazie all’opera del Cardinale Giovanni Canestri, il quale pose sotto l’auspicio della Madonna della Guardia la missione diocesana nel barrio di Guaricano a Santo Domingo, nella Repubblica Dominicana.  

di Andrea Gaggioli

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