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Pio XII sull’apostolato dei laici

Il discorso inaugurale del II° Congresso mondiale per l’apostolato dei laici (5.10.1957) di Pio XII ha una fondamentale importanza nei riguardi dell’apostolato dei laici, compreso quello missionario. Tutti i principi, le direttive e le prospettive vi sono esposte con singolare chiarezza e competenza. La collaborazione dei laici con la gerarchia si esplica in diverse forme, dal sacrificio silenzioso offerto per la salvezza delle anime alla buona parola e all’esempio che induce alla stima gli altri. Nella seconda parte il documento evidenzia che invece di presentare una spiritualità egocentrica, che attende solo alla salvezza della loro anima, bisogna formare i giovani cattolici allo spirito apostolico, affinché prendano anche essi le loro responsabilità verso gli altri ed i mezzi per aiutarli. Qui ve ne proponiamo un estratto.

Il discorso inaugurale del II° Congresso mondiale per l’apostolato dei laici (5.10.1957) di Pio XII ha una fondamentale importanza nei riguardi dell’apostolato dei laici, compreso quello missionario. Tutti i principi, le direttive e le prospettive vi sono esposte con singolare chiarezza e competenza. La collaborazione dei laici con la gerarchia si esplica in diverse forme, dal sacrificio silenzioso offerto per la salvezza delle anime alla buona parola e all’esempio che induce alla stima gli altri. Nella seconda parte il documento evidenzia che invece di presentare una spiritualità egocentrica, che attende solo alla salvezza della loro anima, bisogna formare i giovani cattolici allo spirito apostolico, affinché prendano anche essi le loro responsabilità verso gli altri ed i mezzi per aiutarli. Qui ve ne proponiamo un estratto.

Gerarchia e Apostolato
Quando si parla di “apostolato gerarchico” e di “apostolato dei laici”, bisogna quindi tenere conto di una doppia distinzione: prima, tra il Papa, i Vescovi e i sacerdoti da un lato, e l’intero laicato dall’altro; poi, nel clero stesso, tra coloro che detengono nella sua pienezza il potere di consacrare e governare, e gli altri chierici. I primi (Papa, Vescovi e sacerdoti) appartengono necessariamente al clero; se un laico fosse eletto Papa, potrebbe accettare l’elezione solo a condizione di essere idoneo a ricevere l’ordinazione e disposto a farsi ordinare; il potere di insegnare e governare, così come il carisma dell’infallibilità, gli sarebbero concessi dal momento della sua accettazione, anche prima della sua ordinazione. […]

Responsabilità dei laici
Sarebbe ignorare la natura reale della Chiesa e il suo carattere sociale distinguere in essa un elemento puramente attivo, le autorità ecclesiastiche, e d’altra parte, un elemento puramente passivo, i laici. Tutti i membri della Chiesa, come Abbiamo detto Noi stessi nell’Enciclica Mystici Corporis Christi, sono chiamati a collaborare all’edificazione e al perfezionamento del Corpo mistico di Cristo (cfr. Acta Ap. Sedis, a. 35, 1943, pag. 241). Tutti sono persone libere e quindi devono essere attivi. A volte si abusa del termine “emancipazione dei laici”, quando lo si usa con un significato, che distorce il vero carattere delle relazioni esistenti tra la Chiesa insegnante e la Chiesa insegnata, tra sacerdoti e laici. A proposito di queste ultime relazioni, vediamo semplicemente che i compiti della Chiesa sono oggi troppo ampi per consentire di impegnarsi in meschine discussioni. Per mantenere la sfera d’azione di ciascuno, è sufficiente che tutti abbiano abbastanza spirito di fede, disinteressatamente di stima e fiducia reciproca. Il rispetto della dignità del sacerdote fu sempre uno dei tratti più tipici della comunità cristiana. D’altra parte, anche il laico ha dei diritti, e il sacerdote dalla sua parte deve riconoscerli.

Il laico ha diritto a ricevere dai sacerdoti tutti i beni spirituali, al fine di realizzare la salvezza della sua anima e di raggiungere la perfezione cristiana (can. 87, 82): quando si tratta dei diritti fondamentali del cristiano, può far valere le sue esigenze (can. 467, 1; 892, 1); è il significato e lo scopo stesso di tutta la vita della Chiesa che è qui in gioco, così come la responsabilità davanti a Dio del sacerdote come del laico.

Si provoca inevitabilmente disagio, quando si guarda solo alla funzione sociale. Celle-ci non è un fine in sé né in generale né nella Chiesa, perché la comunità è in definitiva al servizio degli individui, e non viceversa. Se la storia mostra che, fin dalle origini della Chiesa, i laici avevano preso parte all’attività che il sacerdote svolge al servizio della Chiesa, è vero oggi più che mai, devono prestare questa collaborazione con tanto più fervore, “per l’edificazione del Corpo di Cristo” (Ep 4, 12), in tutte le forme di apostolato, in particolare quando si tratta di far penetrare lo spirito cristiano in tutta la vita familiare, sociale, economica e politica.

Uno dei motivi di questo appello al laicato è senza dubbio l’attuale mancanza di sacerdoti, ma anche in passato il sacerdote si aspettava la collaborazione dei laici […].

L’apostolato dei laici
Elaboriamo qui il concetto di apostolato dei laici in senso stretto secondo quanto abbiamo spiegato sopra dell’apostolato gerarchico. Consiste nell’assunzione da parte dei laici di compiti, che derivano dalla missione affidata da Cristo alla sua Chiesa. Abbiamo visto che questo apostolato rimane sempre apostolato dei laici, e non diventa ‘apostolato gerarchico’, anche quando si esercita per mandato della Gerarchia.

Ne consegue che è preferibile designare l’apostolato della preghiera e dell’esempio personale come apostolato nel senso più ampio o improprio della parola. A questo proposito, non possiamo che confermare le osservazioni che abbiamo fatto nella Nostra Lettera al III Congresso Mondiale dell’Unione Mondiale degli Insegnanti Cristiani a Vienna: «Che l’attività professionale dei maestri e delle amanti cattoliche appartenga o meno all’apostolato dei laici in senso letterale, siate convinti, cari figli e figlie, che il maestro cristiano, che con la sua formazione e la sua dedizione è all’altezza del suo compito, e, profondamente convinto della sua fede cattolica, ne dia l’esempio alla gioventù a lui affidata, come una cosa che va da scontata e che è diventata in lui una seconda natura, esercita al servizio di Cristo e della sua Chiesa un’attività simile al miglior apostolato dei laici» (5 agosto 1957). Possiamo ripetere questa affermazione di tutte le professioni, e in particolare di quelle dei medici o degli ingegneri cattolici, soprattutto al momento, dove sono chiamati nei paesi sottosviluppati e nei territori di missione, al servizio dei governi locali o dell’UNESCO e di altre Organizzazioni internazionali, e danno con la loro vita e l’esercizio della loro professione l’esempio di una vita cristiana pienamente appagante […].

CONCLUSIONE
C’è sempre stato nella Chiesa di Cristo un apostolato dei laici. Santi, come l’imperatore Enrico II, Stefano, il creatore dell’Ungheria cattolica, Luigi IX di Francia, erano apostoli laici, sebbene, all’inizio, non ne fosse consapevole e il termine apostola laico non esistesse ancora all’epoca. Anche le donne, come Santa Pulcheria, sorella dell’imperatore Teodosio II, o Mary Ward, erano apostoli laici.

Se oggi questa coscienza è risvegliata e se il termine apostolato laico è uno dei più usati, quando si parla dell’attività della Chiesa, è perché la collaborazione dei laici con la Gerarchia non è mai stata così necessaria, né praticata in modo così sistematico.

Questa collaborazione si traduce in mille forme diverse, dal sacrificio silenzioso offerto per la salvezza delle anime, alla buona parola e all’esempio, che forza la stima dei nemici della Chiesa stessi, alla cooperazione nelle attività proprie della Gerarchia, comunicabili ai semplici fedeli, e fino alle audacie che si pagano della propria vita, ma che solo Dio conosce e che non entrano in nessuna statistica. Forse questo apostolato laico nascosto è il più prezioso e fecondo di tutti.

L’apostolato laico ha, come ogni altro apostolato, due funzioni: quella di conservare e quella di conquistare, che si impongono entrambe con urgenza alla Chiesa attuale. E, per dirlo chiaramente, la Chiesa di Cristo non pensa di abbandonare senza lotta il terreno al suo nemico dichiarato, il comunismo ateo. Questa lotta sarà continuata fino alla fine, ma con le armi di Cristo!

Mettetevi all’opera con una fede ancora più forte di quella di san Pietro, quando alla chiamata di Gesù lasciò la sua barca e camminò sulle onde per andare incontro al suo Signore (cfr Mt. 14, 30-31).

Durante questi anni così agitati, Maria, la gloriosa e potente Regina del cielo, ha fatto sentire nelle più diverse regioni della terra, la sua assistenza in modo così tangibile e meraviglioso, che le raccomandiamo con fiducia illimitata tutte le forme dell’apostolato laico […]


Fonte:
https://www.vatican.va/content/pius-xii/fr/speeches/1957/documents/hf_p-xii_spe_19571005_apostolato-laici.html

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