di don Aldo Buonaiuto – interris.it
Viene descritta come una sorta di moderno carnevale, ma un cristiano non dovrebbe mai definire Halloween una festa: ecco di cosa si tratta realmente
Nella notte a cavallo tra l’ultimo giorno di ottobre ed il primo novembre, le strade e i locali si popolano di bambini e adulti grottescamente vestiti da scheletri, streghe e vampiri, zombies piuttosto che pipistrelli, gatti neri, licantropi, e così via. Le nostre strade, le vetrine dei negozi, persino i corridoi delle scuole si colorano improvvisamente di arancione e si addobbano di zucche giganti. Intagliate a mo’ di “faccia cattiva”, spuntano fuori dal nulla quasi magicamente: è Halloween, la festa delle zucche! Halloween è ormai unanimemente considerata una festività al pari del carnevale, dal quale si differenzia soltanto perché il tema delle maschere non è liberamente scelto, ma deve riprodurre qualcosa di macabro, che abbia a che fare con il regno dei morti in modo realistico e caricaturale.
L’inganno di Halloween
Halloween ha visto un sempre maggiore coinvolgimento di folle, sia in Italia che in buona parte d’Europa. Il successo di questo evento può sembrare dovuto, in modo quasi innocente, invece comunque ingannevole, soltanto al business commerciale che vi è collegato e alla moda culturale; ma Halloween non è affatto una sorta di moderno carnevale, e un cristiano non dovrebbe definirlo una festa, ma piuttosto un inquietante e subdolo fenomeno del nostro tempo, sebbene all’apparenza si presenti come un’occasione di spensieratezza. Molti ritengono che i suoi festeggiamenti siano in collegamento con le due ricorrenze dei santi e dei morti, l’1 e il 2 novembre, allo stesso modo in cui il carnevale introduce la Quaresima. In realtà, analizzando l’impostazione attuale di questa ricorrenza, non esiste in essa nulla di religioso o spirituale. Non è così, invece, per il carnevale, il cui nome – una contrazione da “carne-levare” – richiama a un momento giocoso e allegro che prepara al lungo periodo quaresimale di penitenza e di astensione dal mangiare la carne. Se un significato religioso c’è, in Halloween, è negativo. Si tratta di un fenomeno dai caratteri neo-pagani, ove non satanici, in netto contrasto con il cristianesimo. Nient’affatto un gioco innocente, Halloween introduce i giovani all’occulto, allo spiritismo, alla stregoneria, quando non al satanismo, li abitua al “buio” fisico e morale in forma di gioco, li addestra a una “cultura di morte”. Cosa c’è di male nel fare un po’ di festa? Si chiedono in molti. La risposta è – anzi, deve essere – che il problema insito in questa festa non è soltanto culturale, ma antropologico e spirituale. Tutto ciò che è concettualizzato dietro “il giorno delle streghe” è in stretta relazione con il buio, del tempo e dell’anima, con una concezione magica della realtà che annulla la libertà della persona umana, con la superstizione, perfino con il satanismo, e con una relazione distorta con la morte. Halloween rappresenta così un appuntamento di indottrinamento neo-pagano e desacralizzante ed è una delle più riuscite occasioni per promuovere una concezione tenebrosa dell’esistenza, il piacere del macabro, il gusto per l’orrore, l’occultismo e l’esoterismo, la magia e la stregoneria.
L’evoluzione del nome nel linguaggio popolare
Quando Gregorio IV istituì la festività del primo novembre, chiamandola “Giorno di tutti i santi” (All Saints, oppure All Hallows Day) perché fosse celebrata come festa di culto cristiano al posto del giorno delle streghe, sperò così di riuscire a cancellare Samhain, ma fallì nel suo intento. La gente continuò l’osservanza nella notte del 31 ottobre, la vigilia. Il nome originario della festa ebbe diverse evoluzioni nel linguaggio popolare e divenne prima All Hallomas, quindi All Hallomas Eve, poi All Hallows Eve, che si modificò in All Hallow e’en e, infine, Halloween.
Trick-or-treat
Alla fine del 1800, il modo più comune per celebrare Halloween divenne quello di organizzare un party. In seguito al picco di nascite avvenute negli anni ’50 (il famoso “baby-boom”), gli organizzatori fecero sì che i festeggiamenti si spostassero dalle piazze nelle aule scolastiche e nelle case private, poiché anche i bambini potessero essere massicciamente coinvolti. Proprio grazie a questa evoluzione della festività, venne rispolverata e resa comune e divertente l’antica usanza agreste del “dolcetto o scherzetto” (trick-or-traet). Questa mescolanza di folklore e credenze, religione e superstizione, è divenuta negli anni una delle principali festività statunitesi. Nasce così la fasulla “antica tradizione” a marchio USA!
L’arrivo in Italia
In Italia, come in molti altri Paesi occidentali, Halloween è stato proposto al vasto pubblico principalmente grazie al cinema. Era il 1978 quando nelle sale cinematografiche usciva la pellicola “Halloween – La notte delle streghe”, diretta da John Carpenter. La trama è di per sé paurosa e violenta, incentrata tutta sulla psiche malata di un serial killer, nella città di Haddonfield, Illinois. Attraverso i film, la conoscenza di Halloween si è diffusa in modo inarrestabile in tanti Paesi, compresa l’Italia. Negli anni seguenti, le grandi multinazionali dell’intrattenimento hanno pensato di spingere ulteriormente l’evento, modificando però la categoria di mercato a cui rivolgersi, non più gli adolescenti, ma i bambini. Il lato orrorifico è stato edulcorato e si è preferito puntare, invece, sull’immagine carnacialesca della mascherata collettiva. Banale dirlo, ma grazie a questa strategia di marketing, anche in Italia, Halloween si è trasformato, in pochi anni, da evento misconosciuto qual era ad uno degli appuntamenti più noti e seguiti dal pubblico giovanile. E, come si sa, i ragazzi, perlopiù per inesperienza, troppo facilmente si lasciano abbindolare da ciò che è di moda, senza chiedersi se, sotto l’apparenza, non si nasconda purtroppo qualcosa di pericoloso. Il presidente dell’Associazione internazionale esorcisti, abilitati dalla Santa Sede, ha dichiarato: “Festeggiare Halloween è un rendere osanna al diavolo, il quale, se adorato, anche soltanto per una notte, prova a vantare diritti su una persona. Non meravigliamoci se il mondo sembra andare allo scatafascio e gli studi di psicologi pullulano di bambini insonni, bulli, agitati e ragazzi ossessionati e depressi, potenziali suicidi. I macabri mascheramenti, le invocazioni apparentemente innocue, altro non sono che un tributo al principe di questo mondo: il demonio“.
Gli splendidi volti dei Santi invece delle orride maschere
Halloween è l’anti-culti cristiano: un invito ad abitare il mondo dei mostri, in amicizia con anime inquiete e terrificanti, intrappolate sulla soglia tra i due mondi, a divertirsi con figure della fantasia horror e demoni del male, invece che cercare la comunicazione con gli angeli della luce e con i santi, testimoni della gioia e dell’amore di Dio. Quando il mostruoso è considerato piacevole, il terrificante è divertente, l’orrido è appagante, cade il confine tra il bene e il male, la porta del giudizio si spalanca sul baratro morale. La festa di Ognissanti e la Commemorazione dei defunti, sono invece, l’occasione per riflettere sul mistero della morte nella prospettiva della Resurrezione e come nascita all’immortalità, dove soltanto coloro che hanno vissuto in osservanza alla Parola di Dio, alla luce del suo Amore, potranno vivere la pienezza della gioia eterna. È necessario, anzi, urgente, recuperare e promuovere una cultura della vita, che, con la sua bellezza, offre esempi e modelli di speranza ai molti immersi in quella che Papa Francesco ha definito una “cultura di morte”, ormai imperante, di cui Halloween è uno strumento e una manifestazione. L’azione di sensibilizzazione critica consiste anche nel valorizzare l’alternativa cristiana ad Halloween, la festa di Ognissanti, così come la luce è la bella alternativa al buio: gli splendidi volti dei Santi invece delle orride maschere degli zombies.