Santa Gertrude di Helfta è l’unica donna della Germania ad essersi guadagnata il titolo di die Große, cioè la grande. A questo appellativo privilegiato si aggiungano quello di Teresa della Germania e Teologa del Sacro Cuore.
Santa Gertrude, monaca benedettina del monastero di Helfta, è senza dubbio una delle più grandi mistiche del medioevo. Per via dell’indiscussa statura culturale ed evangelica della sua personalità è, infatti, l’unica donna della Germania ad essersi guadagnata il titolo di “die Große”, cioè “la grande”. A questo appellativo privilegiato si aggiungano quello di “Teresa della Germania” -date le sue affinità con la santa spagnola Teresa d’Avila – e di “Teologa del Sacro Cuore” -dal momento che fu proprio lei a dare inizio alla devozione al Sacro Cuore di Gesù, facendosi in questo modo precorritrice di Santa Margherita Maria Alacoque-. Tale vicinanza al Sacro Cuore -oltre che dalla scrittura dell’Araldo del divino amore– è anche ampiamente testimoniata dall’iconografia che la vede protagonista: in accordo con le parole di Gesù – “in corde Gertrudis invenietis Me ” [1]- viene rappresentata con un cuore ardente ben visibile sul petto, all’interno del quale è presente proprio Gesù Bambino.
Questi elementi, di per sé stessi, potrebbero bastare ad introdurci all’unicità di questa figura. Tuttavia, è opportuno sottolineare come tale eccezionalità le appartenga fin dal giorno stesso dalla sua nascita: sebbene, infatti, siamo certi che questa sia avvenuta il 6 Gennaio dell’anno 1256, non conosciamo, al contrario, nulla circa i suoi familiari o il luogo in cui si è verificata. Sarà il Signore stesso a spiegarle, successivamente, il motivo di questo suo primo sradicamento:
L’ho scelta per mia dimora perché mi compiaccio che tutto ciò che c’è di amabile in lei sia opera mia […]. Proprio per questa ragione io l’ho allontanata da tutti i suoi parenti perché nessuno cioè l’amasse per ragioni di consanguineità e io fossi il solo motivo dell’affetto che le si porta.
Le Rivelazioni, cap. XVI.
Probabilmente orfana, quindi, all’età di cinque anni viene accolta nel monastero di Helfta, uno dei maggiori centri culturali dell’intera Sassonia che all’epoca si trovava sotto la giurisdizione della santa abadessa Gertrude di Hackeborn. Fin da subito è affidata alle cure della sorella di quest’ultima, Santa Matilde di Hackeborn, che la avvierà ai voti monastici e con la quale in futuro stringerà una dolcissima intimità soprannaturale. Si distingue immediatamente tra le consorelle per le sue doti e per la sua intelligenza pronta ed acuta: si dedica, infatti, assiduamente e con successo allo studio della musica, del canto, della filosofia, delle lettere e anche dell’arte della miniatura, trascorrendo pertanto i suoi primi venticinque anni in un ambiente religioso e culturale che da un lato la spronerà in maniera via via sempre maggiore dal punto di vista intellettuale, ma che dall’altro la condurrà inevitabilmente sulla strada della tiepidezza spirituale.
Ben presto, infatti, attraversando la stessa crisi esistenziale che colpirà qualche secolo dopo Pascal (il quale si renderà conto dell’insufficienza della ragione umana nello spiegare i misteri divini), avvertirà d’un tratto tutta la vanità degli studi profani a cui si era dedicata fino a quel momento, ed il peso di ciò la getterà in una profonda sofferenza interiore. Tale turbamento, che proseguirà per diverse settimane, sarà giudicato a posteriori dalla stessa Gertrude come un dono di Dio, per abbattere quella torre di vanità e curiosità che, pur portando ahimè e il nome e l’abito di religiosa, io ero andata innalzando con la mia superbia. [2]
Il Signore, infatti, si servirà proprio di questa sua inquietudine per ricondurla all’ardore spirituale e religioso: le apparirà per la prima volta la sera del 27 Gennaio 1281, sotto le mentite spoglie di un giovinetto di appena sedici anni. Egli, nella visione, aiuterà Gertrude a superare una siepe di spine (ovvero, simbolicamente, il groviglio di spine che opprimeva in quel momento la sua anima), prendendola per mano e trascinandola a sè. In quella mano, Gertrude riconoscerà senza ombra di dubbio la preziosa traccia di quelle piaghe che hanno abrogato tutti gli atti di accusa dei nostri nemici. [3] È a partire da questo momento che la sua vita di comunione intima col Signore diventerà più salda e fervorosa, avendo ormai compreso quanto ella si fosse dedicata con eccessiva avidità alla sapienza umana e di come avesse invece trascurato la scienza spirituale, privandosi allo stesso tempo del gusto della vera sapienza. Suddetta conversione, non certo dal peccato alla grazia, è riscontrabile tanto in ambito intellettuale -col passaggio radicale dagli studi umanistici e profani a quelli teologici- che nell’ambito dell’osservanza monastica -col passaggio dalla vita che essa definisce negligente a quella di preghiera intensa, mistica, fatta di lunghe veglie e digiuni frequenti-. Grazie al ritrovato fervore e alla sempre maggiore unione con Cristo, per il resto della sua vita Gertrude sarà protagonista -per volere divino- di continue esperienze mistiche e di molteplici colloqui con Gesù, dai quali scaturiranno diverse opere letterarie: tra queste ricordiamo l’Araldo del divino amore, o Le rivelazioni, e gli Esercizi spirituali. L’Araldo è un insieme di cinque libri che, avendo come oggetto principale gli incontri interiori della santa con Dio e le sue testimonianze biografiche, ci forniscono spunti teologici di altissimo livello, oltre che suggerimenti pratici di devozione adatti a qualsiasi fedele. Gli Esercizi spirituali invece -che anticipano di molto quelli più famosi di Sant’Ignazio di Loyola- si presentano come un itinerario di sette tappe volto al perfezionamento spirituale di ognuno, puntualmente osservato dalla stessa santa anche in punto di morte. Questa la troverà il 16 novembre 1301 o 1302, all’età di 46 anni. Sebbene godesse di fama di santità già in vita -erano, infatti in molti a recarsi da lei per trarre conforto e sollievo- verrà ufficialmente riconosciuta tale dalla Chiesa a partire dal 1667.
- Nel cuore di Gertrude troverete Me.
- Da Le rivelazioni
- Nt. 3