Va in onda su Canale 5 un programma assai particolare, che, probabilmente, i nostri lettori conosceranno: parliamo di Temptation Island, un reality show che vanta, ormai, numerose edizioni.
In questo programma, delle coppie vengono “messe alla prova”: due fidanzati si separano e, in luoghi separati, vengono “tentati”. Ora, il programma potrebbe essere solamente un ammasso di trash, un prodotto televisivo decerebrato e decerebrante per passare una serata davanti allo schermo ultrapiatto senza pensare ai tanti problemi che affliggono la vita. A mio avviso, però, c’è qualcosa di più. Credo che, dietro la risata, vengono veicolati alcuni messaggi. Per esempio, si presenta il tradimento come qualcosa di “normale”: secondo questo format è naturale che, soprattutto il maschio, dopo un certo periodo, debba tradire la propria fidanzata, come se ne fosse obbligato; non è corretto, poi, giocare a vedere quando si cade: insegnano i Padri della Chiesa che chi gioca con il fuoco e poi si brucia non può dare tutta la colpa al fuoco. In generale, poi, non si capisce perché una coppia debba testare così il proprio rapporto: la fedeltà e l’amore si verificano ogni giorno, non bisogna ricorrere a certe stupidate.
Butto solo un’ultima provocazione (del resto, il programma ne è pieno): i tentatori (coloro che dovrebbero indurre al tradimento) entrano in scena indossando delle tuniche rosse con il cappuccio, che mi ricordano quelle dei personaggi di Eyes wide shut di Kubrick, in cui la confraternita praticava riti satanici e orgiastici. Forse è solo una suggestione, forse siamo noi ad aver cercato dietrologie e ad aver esagerato…ma se invece ci fosse veramente qualcosa di più del semplice trash?
Cicero