Più si conosce San Giuseppe e più si è portati ad amarlo, meditiamone la vita e le virtù.
Il Vangelo spesso pone delle frasi sintetiche che, studiate a fondo, sono dei poemi. Volendo, ad esempio, S. Luca tramandare la storia di Gesù dai dodici ai trent’anni, dice semplicemente: «Cresceva in sapienza, in età ed in grazia dinanzi a Dio ed agli uomini. (Luca: II-VII).
Il Vangelo dice poco della Madonna, ma in quel poco risplende tutta la grandezza della Madre di Dio. “Ave, piena di grazia! Il Signore è con Te” (Luca: I – 28). “Da questo momento tutte le generazioni mi chiameranno Beata!” (Luca I – 48).
San Matteo dice di San Giuseppe una parola che rivela tutta la sua bellezza e la sua perfezione: lo chiama: «uomo giusto». Nel linguaggio della Sacra Scrittura «Giusto» significa: ornato di tutte le virtù, grandemente perfetto, Santo. San Giuseppe non poteva non essere virtuosissimo, dovendo convivere con la Regina degli Angeli e trattare intimamente con il Figlio di Dio. Destinato sin dall’eternità ad una missione eccezionale, ebbe da Dio tutti i doni e le virtù inerenti al suo stato.
Il Sommo Pontefice Leone XIII afferma che, come la Madre di Dio eccelle su tutti per la sua altissima dignità, così nessuno meglio di San Giuseppe si avvicinò all’eccellenza della Madonna.
Dice la Sacra Scrittura: “La via dei giusti è simile alla luce del sole, che comincia a risplendere e poi si avanza e cresce sino al giorno perfetto” (Prov. IV-18). Quest’immagine conviene a San Giuseppe, gigante della santità, modello sublime di perfezione e di giustizia.
Non si può affermare quale virtù sia stata più eminente in San Giuseppe, poiché in questo astro luminoso tutti i raggi brillano con la stessa intensità. Come in un concerto tutte le voci si fondono in un delizioso «assieme», così nella fisionomia del gran Patriarca tutte le virtù si fondono in un «assieme» di bellezza spirituale. Tale bellezza di virtù si addice a colui, col quale l’Eterno Padre volle condividere il privilegio della sua Paternità.