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La Messa cattolica è un sacrificio, non una riunione

Occorre sempre ribadire che il sacrificio di Cristo non ha nulla a che vedere con un mero raduno mondano

Da quando è stata istituita, è così.

La S. Messa è il sacrificio del corpo e del sangue del Signore Nostro Gesù Cristo, che viene offerto all’altare per mezzo del sacerdote a scopo di adorazione, propiziazione, impetrazione e ringraziamento. Come tale, la S. Messa detiene un ruolo di centralità assoluta nella vita della Chiesa.

Costituisce il cuore pulsante della religione cattolica, ed è un autentico giardino di grazia per chi assiste.

Sappiamo anche, tuttavia, che la deriva modernista, distruttrice e intrinsecamente perversa, vuole vedere la S. Messa con un paradigma completamente differente.

La sensazione diventa maggiore dell’essere. La messa dovrebbe essere un ritrovo conviviale in assemblea, con persone per bene, che “sentono” la presenza del Signore in loro, nel loro radunarsi, nel loro stare insieme.

Parole chiaramente fumose, ma molto care ai modernisti. Si celebra l’unione con i fratelli, la fratellanza nella fede, e la messa diventa l’offerta di una forma di culto bizzarra, il cui diritto viene detenuto parimenti dal prete, “uno come gli altri”, e dalle persone disposte nelle navate.

Questo paradigma rivoluziona totalmente la natura e la teologia della S. Messa, perché pretende di appiattirla su di una concezione distante da quella che è la sua vera natura, e la reale teologia celata dietro le sue magnifiche sfaccettature.

Se mi presento in Chiesa, pensandomi ai piedi della croce dove Cristo è inchiodato per i miei peccati, allora tutto quello che penso o faccio rimane profondamente ispirato da questa consapevolezza. Mi dispongo totalmente all’azione della grazia, se la merito e se non sono in peccato, e sono inevitabilmente richiamato ai fondamenti della religione cattolica. 

In tutto, e per tutto.

Se mi presento in Chiesa, pensando di essere alla i-esima riunione di condominio, avendo fatto del sacrificio della croce un relitto giammai constatabile, dove al centro di tutto non c’è la croce o il Sacramento, ma ci sono io e ci sono “i fratelli”, allora non mi trovo dalla parte giusta.

La religione cattolica non è un vago tentativo di entelechia palliativa, dove lo scopo è stare bene, “sentire” Dio nella propria vita nella forma che preferisco. Questo è il messaggio che passa nella messa vissuta come raduno, perché un evento che non ha al centro il sacrificio della croce di Cristo, che non ha il punto focale sulla motivazione ultima di questo sacrificio, sul soprannaturale e sul Mistero di Dio, non vale assolutamente nulla. 

La messa vista come raduno cosa diventa? Un rischio.

Il rischio concreto è quello di non capire niente, di non coltivare niente. Nessuna preghiera o forma di riverenza all’ingresso. Nessuna supplica di assistere degnamente al sacrificio. Nessuna grazia da chiedere, nessuna attenzione da rivolgere a nessuno, se non ai miei sentimenti che mi fanno “stare bene”.

La presenza reale di Cristo è nell’Eucaristia, non nei fratelli. Il sacerdote non è “uno qualunque”. Vai a messa non per “timbrare” il badge come, appunto, una riunione. Vai alla S. Messa perché è il mezzo privilegiato che hai per conformarti a Cristo, affrontare l’esilio fino alla morte, e rimanere con Dio per il resto dei tuoi giorni: non esiste amore, senza sacrificio. 

Ecco perché occorre oggi, come sempre, ribadire la sacrosanta verità: la Messa Cattolica è un sacrificio, non una riunione.

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