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In hoc signo vinces

È inutile negare che tutte le anime sono sottoposte a questa “sevizia” da parte del demonio, dal principe di questo mondo come lo chiama san Paolo, che spinge le anime alla lotta nello spirito.

Partendo da una definizione etimologica quando si parla di lotta si intende un combattimento tra due contendenti i quali cercano di dominarsi e atterrarsi con l’allacciamento delle membra e la pressione del corpo al fine di renderlo immobile e senza possibilità alcuna di difesa e/o reazione. Questa è una pratica agonistica risalente ai secoli dell’antica Grecia ed attuata anche nel territorio dell’Impero Romano all’interno di stadi o circhi. Ancor più antico di tale pratica ginnica è il combattimento che da sempre, da quando Dio creò l’uomo, esiste ed avviene per ognuno in maniera differente, ogni giorno, contro lo stesso avversario. È il combattimento spirituale.

È inutile negare che tutte le anime sono sottoposte a questa “sevizia” da parte del demonio, dal principe di questo mondo come lo chiama san Paolo, che spinge le anime alla lotta nello spirito. In questa vita non si è mai al sicuro, mai fuori pericolo. Per questo sono sempre necessarie le armi spirituali, poiché i nemici sono pronti ad assalire l’uomo da ogni parte. È d’obbligo per coloro che si trovano in battaglia indossare lo scudo della preghiera e della pazienza, senza il quale il colpo dell’avversario non mancherà nel centrare la nostra anima servendosi dell’esposizione di questa senza protezione. È necessario riporre stabilmente il proprio cuore nel Sacratissimo Cuore di Gesù e nel Cuore Immacolato di Maria, offrendo la volontà sincera di sopportare qualunque cosa per amor Suo, altrimenti non si è in grado di sostenere una tale lotta, né entrare nella gloria dei Beati.

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Non si può cercare la pace sulla terra, poiché chi cerca la pace troverà la palestra della pazienza. Si deve mirare alla pace del Cielo, non a quella degli uomini, bensì a quella che solamente Dio può donare. Per vincere questa lotta si deve esser pronti a sopportare – dunque a sostenere, reggere un carico – volentieri qualunque cosa per amor di Dio: fatiche, dolori, tentazioni, travagli, ansietà, necessità, infermità, rimproveri, mortificazioni, avvilimenti, correzioni e disprezzi. Tutte queste cose provano in vero seguace di Cristo aiutandolo a perfezionarsi, preparandogli una corona celeste. Gesù ha promesso un compenso eterno in cambio di una fatica che passa e in compenso di un’umiliazione temporanea una gloria imperitura.

Circa le consolazioni che ognuno si aspetta dal buon Dio nei momenti più opportuni, a proprio piacimento non le ebbero nemmeno i Santi. Essi soffrirono e soffrono – per quanto si guardi questo periodo storico in maniera negativa le anime che si santificano ancora ci sono – molte avversità, tentazioni e sconforti. Tutto conviene si sopporti con pazienza, confidando in Gesù e in Maria Santissima più che in se stessi, con la consapevolezza che «non c’è confronto fra i patimenti della vita terrena e il merito della gloria futura» (Rm 8, 18).

Più che pretendere di ottenere ciò che molti riuscirono appena a conseguire dopo molti dolori e fatiche, è consigliabile mettere in pratica questo ammonimento: «Aspetta la venuta del Signore, combatti virilmente» (Sal 26, 14), e attingere il conforto dalla incessante preghiera e dalle promesse che Cristo ci ha fatto, senza diffidare, abbandonare la lotta, ma offrendo sempre il corpo e l’anima per la gloria di Dio.

Il Signore è vicino e compensa pienamente e perfettamente l’anima che attraversa ogni sorta di tribolazione. Gesù chiede ai Suoi figli di vincere la lotta spirituale, non da soli, ma per mezzo dell’aiuto della croce, della preghiera del Santo Rosario, dell’Eucaristia e della confessione frequenti. Gesù sconfiggendo la morte ed il peccato con la resurrezione ha indetto – lasciatemi passare questa metafora – la prima crociata della storia: quella contro il principe delle tenebre. Ma non ha mandato i Suoi crociati come foglie in preda del vento, ma Lui è al fianco di ogni combattente mediante la preghiera. Ed è come quando, secondo la leggenda, all’imperatore Costantino comparve in cielo la scritta “In hoc signo vinces”, sotto il segno della croce vincerai, accanto a una croce, prima della battaglia di Ponte Milvio, così tutto il popolo di Dio, affrontando singolarmente le diverse battaglie, vincerà con e per Gesù.

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