Guardiamo alla croce, soffermiamoci sulla croce: con il nostro cuore e con la nostra mente guardiamo al corpo di colui che “ci ha riscattati dalla maledizione della legge, divenendo lui stesso maledizione per noi” (Galati 3,14).
Chi può guardarlo senza credere in lui? Senza amare colui che ci ama d’amore infinito?
Il meditare la croce porta ogni uomo a rinunciare a se stesso in vista del suo prossimo e a combattere la dura battaglia della Fede contro se stesso, per poter ottenere da Dio la pace e la tranquillità dello Spirito.
Scrive il Nostro Padre San Gaetano: “non cercate voi stessi, ma per Cristo Gesù dimenticatevi di voi e vi sia solo Gesù sofferente nel vostro prossimo“; San Gaetano ci trasmette l’insegnamento evangelico “Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi” (Gv 15,12), e c’è lo riporta mostrandoci come solo grazie all’uomo della croce e all’abnegazione totale di noi stessi possiamo vedere nel prossimo il Signore sofferente, e curarlo come se il prossimo fosse Cristo stesso.
Ai piedi della croce, con le parole: “Ecco tuo figlio” (Gv 19,26) Gesù affida a Maria l’umanità intera, ma allo stesso tempo il Signore affida a ciascuno di noi i nostri fratelli, perché con il nostro amore e il nostro umile esempio possiamo mostrare l’unica verità: Cristo stesso. Così sia
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