Sesto dolore: LANCIATA E DEPOSIZIONE
Gesù era morto, erano finite le sue sofferenze, ma non erano finite per la Madonna; ancora una spada doveva trafiggerla.
Affinché non fosse turbata la gioia del seguente sabato pasquale, i Giudei deponevano dalla croce i condannati; se ancora non erano morti, li uccidevano rompendo loro le ossa.
La morte di Gesù era certa; tuttavia ure membra insanguinate. Rivide nella mente il suo Gesù, tenero bambino vezzoso, quando lo copriva di baci; lo rivide grazioso adolescente, quando incantava con la sua attrattiva, essendo il più bello dei figli degli uomini; ed ora lo mirava esanime, in uno stato da far pietà. Guardò la corona di spine intrisa di sangue e quei chiodi, strumenti della Passione, e si fermò a contemplare le ferite!
Vergine Sacrosanta, tu hai dato al mondo il tuo Gesù per la salvezza degli uomini e guarda come ora gli uomini te lo rendono! Quelle mani che hanno benedetto e beneficato, l’ingratitudine umana le ha forate. Quei piedi che sono andati in giro per evangelizzare sono piagati! Quel volto, che gli Angeli mirano con devozione, gli uomini lo hanno ridotto irriconoscibile!
O devoti di Maria, perché non sia vana la considerazione del grande dolore della Vergine ai piedi della Croce, prendiamo qualche frutto pratico.
Quando i nostri occhi si posano sul Crocifisso o sull’immagine della Madonna, rientriamo in noi stessi e riflettiamo: Io con i miei peccati ho aperto le ferite nel corpo di Gesù ed ho fatto lacrimare e sanguinare il Cuore di Maria!
Mettiamo nella ferita del Costato di Gesù le nostre colpe, specialmente le più gravi. Il Cuore di Gesù è aperto, affinché tutti vi possano entrare; però vi si entra per mezzo di Maria. La preghiera della Vergine è efficacissima; tutti i peccatori possono goderne i frutti.
La Madonna implorò sul Calvario la divina misericordia per il buon ladrone e gli ottenne la grazia di andare quel giorno stesso in Paradiso.
Nessun’anima dubiti della bontà di Gesù e della Madonna, ancorché fosse carica dei più enormi peccati.
ESEMPIO Narra il Discepolo, valente scrittore sacro, che vi era un peccatore, il quale tra le altre colpe aveva anche quella di avere ucciso il padre e il fratello. Per sfuggire alla giustizia andava ramingo.
Un giorno di quaresima entrò in una Chiesa, mentre il predicatore parlava della misericordia di Dio. Il suo cuore si aprì alla fiducia, decise di confessarsi e, finita la predica, disse al predicatore: Voglio confessarmi con voi! Ho dei delitti nell’anima! –
Il Sacerdote lo invitò ad andare a pregare all’Altare della Madonna Addolorata: Domandate alla Vergine il vero dolore dei vostri peccati! –
Il peccatore, inginocchiato davanti all’immagine dell’Addolorata, pregò con fede e ricevette tanta luce, per cui capi la gravezza delle sue colpe, le molte offese recate a Dio ed alla Madonna Addolorata e fu preso da tale dolore che mori ai piedi dell’Altare.
Il giorno seguente il Sacerdote predicatore raccomandò al popolo che si pregasse per l’infelice ch’era morto in Chiesa; mentre diceva ciò, apparve nel Tempio una bianca colomba, da cui si vide cadere una cartella davanti ai piedi del Sacerdote. Questi la prese e vi lesse: L’anima del morto appena uscita dal corpo, è andata in Paradiso. E tu continua a predicare l’infinita misericordia di Dio!