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Ecco perché le campane scacciano il diavolo

Durante gli esorcismi, ha spiegato padre Teofilo, “tengo sempre una campana con me e la utilizzo. Il diavolo la odia e grida di smetterla, cercando di farmela scivolare via dalla mano”.

di Aldo Maria Valli

Ho un debole per il suono delle campane, specialmente quello bellissimo della mia diocesi ambrosiana, che si diffonde da mille campanili ricordandoci non solo di rendere gloria a Dio, ma anche quali sono le nostre radici. Ho letto quindi con grande interesse la testimonianza di un esorcista secondo il quale “il diavolo odia le campane”, cosa che avevo sempre sospettato ma della quale non avevo trovato conferma. Durante gli esorcismi, ha spiegato padre Teofilo, “tengo sempre una campana con me e la utilizzo. Il diavolo la odia e grida di smetterla, cercando di farmela scivolare via dalla mano”. Che preghiere, crocifisso e acqua santa fossero impiegati negli esorcismi si sa, ma non avevo mai sentito parlare dell’utilizzo della campana. In realtà, dice padre Teofilo, molti sono gli strumenti utili allo scopo di sopraffare il diavolo: musica, canti, arte sacra. E le campane! Ma perché? “Perché Satana ci attacca sempre attraverso i nostri sensi, e quindi la liturgia deve essere un santo assalto ai nostri sensi: vista, udito, tatto, odori, tutto deve contribuire. Lungo i secoli la Chiesa ha imparato che tutto serve a respingere il nemico”. “Quando una campana consacrata viene usata durante la Messa – spiega ancora l’esorcista – è come se dicesse al diavolo: ‘Guardalo, il Verbo fatto carne!’. La campana umilia il diavolo perché è uno strumento per adorare Dio, e i diavoli non lo vogliono adorare”. Un altro motivo per cui il diavolo odia il suono delle campane è perché odia tutto ciò che è bello e santo.

“La bella musica, le belle preghiere, i fiori, gli arredi: la bellezza ci commuove e colpisce l’anima. Il diavolo invece odia il bello e quindi anche il suono delle campane, utilizzato per richiamare l’attenzione sul culto da tributare a Dio”. Come per tutto ciò che è usato per la liturgia, è consuetudine benedire anche le campane: “La benedizione – spiega padre Teofilo – rende le cose sante, perché siano utilizzate per rendere gloria a Dio”. Le campane di un santuario rendono gloria a Dio con tutta la forza della bellezza e della tradizione, ma, in mancanza di campane vere, anche una registrazione elettronica, dice l’esorcista, può essere benedetta, così come un suono sul cellulare. L’importante è che chiami alla preghiera. Ma come benedire le campane? Come esempio, ecco la benedizione fatta per le campane della chiesa di Santa Maria Goretti a Westfield, nell’Indiana: “Stasera, come popolo di Dio, chiediamo a Dio di benedire e custodire queste cinque campane, che saranno installate a partire da domani mattina, per l’uso in questa santa chiesa. Possa Dio attraverso lo Spirito Santo rendere queste cinque campane santificate, con la nostra preghiera di questa notte, in modo che quando queste campane saranno suonate i fedeli potranno essere invitati e chiamati alla Casa di Dio e alla vita eterna. Possano la fede e la pietà della Chiesa essere rafforzate ogni volta che ascolteremo i suoni melodiosi. Al suono di queste campane, possano tutti gli spiriti maligni essere scacciati lontano! Possano tuoni e fulmini, tempeste e tornado, grandine e vento e tutti i tipi di male essere banditi dall’eco del loro suono.

E possa tutto il male fuggire alla vista della santa croce che è incisa su ciascuna campana. Possano tutto il male e tutte le tentazioni fuggire al suono di queste campane. Da stanotte queste campane diventano strumenti del potere di Dio, nella guerra tra paradiso e inferno. Ogni volta che queste campane suoneranno, possa l’antico nemico essere cacciato. Possa il popolo cristiano unirsi e ascoltare la chiamata alla fede. Possa l’impero di Satana essere terrorizzato dal loro suono. E possiamo noi, come popolo di Dio, essere rafforzati quando siamo chiamati a raccolta. Possa il suono di queste campane essere gradito a Dio come lo era il suono dell’arpa di Davide nell’Antico Testamento. Quando il suono di queste campane si diffonderà tra le nuvole sopra la chiesa, mentre ci riuniremo per il banchetto eucaristico, possano legioni di angeli vegliare e custodire l’assemblea della tua santa Chiesa, per proteggerci nel corpo e nello spirito”. Insomma, quando ascoltiamo il suono delle campane non restiamo indifferenti, come se fosse qualcosa di scontato o, peggio, un’intrusione indebita nel ritmo delle nostre giornate. Ogni rintocco è una chiamata e un ringraziamento. E anche un’arma usata in battaglia.

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