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“Io sono il Buon Pastore e offro la vita per le pecore, dice il Signore. Alleluia.”(Gv 10,14.15)

Riflessione sulla IV Domenica di Pasqua e festa dell’Invenzione della Santa Croce di Luca Niutta

Stiamo vivendo, oggi, la quarta Domenica di Pasqua, detta anche del “Buon Pastore”! Per me e per tutti i Lombardi, è la X Domenica senza la Santa Messa, stiamo vivendo infatti, una situazione drammatica in cui stiamo rinunciando alla cosa più preziosa che possediamo e che il Signore ci dona gratuitamente! Intensifichiamo le nostre preghiere, nascondiamoci dal mondo, ora che possiamo e preghiamo Dio nel segreto, visitiamo la Sua dimora e davanti al tabernacolo affidiamoci a Lui, confidiamo in Lui! Perché solo Lui “ha parole di vita eterna!” Viviamo una vita frenetica, piena di impegni, una vita social, una vita (forse) fredda, ma leggendo profondamente il brano di Vangelo notiamo subito un dettaglio, il Signore non ci chiama in qualche modo, ma con il nostro Nome, nel Battesimo, rinasciamo Suoi figli e il nome che riceviamo diventa per noi perno della nostra propria dignità.
Penso, che l’Evangelista S. Giovanni abbia inserito questo dettaglio, molto rilevante, all’interno del brano per sottolineare come il rapporto tra le pecore (noi) e il pastore (Lui) sia un rapporto personale, intimo, che va coltivato giorno per giorno, ora per ora, momento per momento, rapporto di Amicizia, di vera Amicizia, infatti Gesù non ci chiama servi ma amici; se non coltiviamo veramente e in profondità, soprattutto attraverso la meditazione, il rapporto con Dio non possiamo avere un rapporto così intimo. Le persone che non conosciamo infatti, non le chiamiamo per nome, ma Dio noi lo conosciamo e Lui ci conosce, ci conosce più di noi stessi, e anche noi, lo conosciamo, conosciamo la Sua voce, perché l’abbiamo “fatta nostra” proprio nell’importante e necessaria arte del meditare.

Ma chi è il Buon Pastore? Com’è?
Ci sono diverse caratteristiche che delineano chi è il Buon Pastore, possiamo capirle solamente leggendo e meditando la Sacra Scrittura, innanzitutto sappiamo bene che il “Buon Pastore” dà la vita per le proprie pecorelle, muore infatti per tutti noi sulla croce, facendosi maledizione! Compiendo per tutti noi, quell’unico sacrificio perfetto, che solamente Dio stesso è in grado di compiere! Gesù non è un mercenario, ma è un pastore
che davanti ai lupi non scappa, ma anzi ci assiste e ci difende! “Conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me” Io penso, forse che è certezza che il Salvatore conosca ognuna delle Sue pecore, ma forse le pecore non sempre conoscono il Salvatore…
Quante volte nei momenti di debolezza ci lasciamo prendere dallo sconforto dalla disperazione senza confidare nel Signore e nella Sua Misericordia Divina? Gesù, a memoria del suo unico sacrificio perfetto, prima che ciò si compisse, nell’ultima cena, ha deciso di istituire il Sacerdozio, ha deciso di istituire “buoni pastori” che potessero donarci i mezzi per salvarci: i Sacramenti!!! La nostra Fede, però ci insegna che solamente uno è Sacerdote: Gesù Cristo, I Vescovi e i Preti sono infatti associati al Sacerdozio di Cristo, partecipano regalmente al Suo sacrificio.

Ma chi è il Sacerdote?
Innanzitutto, il Sacerdote è una persona fatta di carne ed ossa come ognuno di noi, un peccatore, un peccatore che coopera ma che ha bisogno anche Lui di cibarsi di Cristo, cibo di Vita Eterna! Se Gesù è per noi tutto, subito dopo di Lui ci deve essere il Sacerdote, perché è l’unica persona che può donarci i mezzi della nostra salvezza: i Sacramenti! È un Sacerdote colui che ci ha donato la Fede e la Vita eterna, mediante il battesimo, è un Sacerdote colui che con sentenza senza appello ci assolve in nome di colui che ci ha salvato, è sempre un sacerdote che ci dona il “Pane vivo disceso dal cielo”, è sempre Lui colui che ci apre la porta stretta del Paradiso attraverso l’unzione dei malati, colui che celebra un matrimonio, colui che, possedendo il grado più alto (il Vescovo) ci dona la Conferma della nostra Fede e per chi è chiamato dal Signore l’Ordine sacro. Ma dobbiamo pregare, e anche molto, per il Sacerdote, perché se Gesù Cristo è Vittima, Vittima è anche il Sacerdote!

Scriveva il Venerabile Fulton J. Sheen, (dall’introduzione di “Il Sacerdote non si appartiene”):

“Noi, che abbiamo ricevuto il
Sacramento dell’Ordine, ci chiamiamo “Preti”.
Io non ricordo di aver mai udito un Sacerdote
dire: “Io fui ordinato Vittima”, né alcuno mai
dire: “Io studio per essere una Vittima”.
Sembrava cosa troppo diversa dall’essere
Sacerdote. In seminario ci fu sempre detto di
essere dei “Buoni Sacerdoti”, mai ci fu detto di
essere “Vittime Generose”.

Perché il Sacerdote, come Cristo, deve essere anche Vittima?
Perché il Sacerdote è “alter Christus” e Cristo per noi è morto sulla Croce! Oggi infatti, oltre a ricorrere la Domenica del “Buon Pastore” è la Festa del ”Ritrovamento della Santa Croce”, festa molto importante che io, personalmente, leggerei non come un fare memoria ma come un invito
che la Chiesa ci dona per ritrovare la nostra croce e donarla a Cristo perché la renda un capolavoro!!! Ci dice San Paolo: “Di null’altro mai ci glorieremo se non della Croce del Signore nostro Gesù Cristo: Egli è la nostra salvezza, vita e risurrezione. Per mezzo di Lui siamo stati salvati e liberati.”
E noi… ci gloriamo della Croce del Signore? O nascondiamo la nostra Fede? Ci affidiamo e confidiamo in Lui o confidiamo nell’uomo?
Questa Domenica sia un giorno del Signore all’insegna della Santità e dell’Amore di Cristo, Preghiamo per il Papa, i Vescovi e per tutti i Sacerdoti, perché sappiano sempre prendere la loro Croce sulle spalle e insegnarci a portare la nostra!
Sia Lodato Gesù Cristo!

Ecclesia Dei

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