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L’iconografia della Vergine Maria/1: Arte Paleocristiana e Bizantina

Theotokos, Odigitria e Orantes sono i principali titoli mariani ricorrenti nell’arte cristiana dei primi secoli. In questa serie di articoli compiremo un viaggio tra i maggiori periodi della storia dell’arte analizzando come nasce e si evolve l’iconografia della Vergine Maria

Parlare della Vergine nell’arte è un argomento vasto: catacombe, piazze, chiese, case private… non c’è spazio o luogo in cui non vi sia un’immagine mariana. Oggi iniziamo il nostro viaggio tra i maggiori periodi della storia dell’arte analizzando come nasce e si evolve l’iconografia mariana, partendo proprio dall’arte paleocristiana.

La più antica immagine al mondo della Madonna risale al III secolo, ed è conservata a Roma, a venti metri sotto terra, in uno dei cubicoli delle catacombe di Priscilla, dove c’è l’antica basilica di San Silvestro sulla Via Salaria. Si tratta di un’immagine praticamente sconosciuta al grande pubblico ma di eccezionale importanza, sulla quale gli storici e gli archeologi sono concordi nel ritenerla l’effige più antica. L’affresco rappresenta Maria col Bambino, una stella e un profeta. La figura a sinistra rappresenta il profeta Balaam che indica una stella. Secondo una recente interpretazione, però, la figura in piedi rappresenterebbe il profeta David, in quanto la raffigurazione farebbe riferimento al Salmo 109: «dal seno dell’aurora, come rugiada, io ti ho generato».

Questo motivo iconografico detto della Theotokos, o madre di Dio, di concezione strettamente teologica, era spesso presente nei mosaici absidali delle prime chiese cristiane, e si diffuse largamente in Oriente divenendo il cardine del complesso decorativo gerarchico delle chiese bizantine, successivamente al 451 d.C.,  accanto al tipo iconografico della Madonna Odigitria e della Madonna Orante.

L’iconografia dell’orante, una figura frontale, eretta, con le braccia e le palme delle mani protese verso il cielo, è un’immagine antica che proviene dall’arte pagana, successivamente ripresa e reinterpretata dalla comunità cristiana. Il gesto del pregare con le mani rivolte verso l’alto è, infatti, trasversale a diverse tradizioni religiose e culture. Nell’arte paleocristiana, il gesto dell’orante sarà associato a diverse figure bibliche, ma ben presto si legherà indissolubilmente a quella della Vergine, tanto da divenire, per secoli, un modello ricorrente per l’iconografia mariana.

La Madonna Odigitria è “colei che istruisce”, “colei che mostra la direzione”: la Vergine è rappresentata eretta e solenne col Bambino sulle ginocchia, benedicendo e tenendo il rotolo delle Scritture appoggiato sulla gamba sinistra. Un esempio iconografico è la Madonna di San Luca che si venera nell’omonimo santuario a Bologna. Questo quadro, stando alla tradizione, sarebbe stato dipinto proprio dall’evangelista, e consegnato nel XIII secolo alla città da un pellegrino proveniente da Costantinopoli.

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