Liturgia e devozione: doverose armonie

Liturgia e devozione: doverose armonie

Come viene vissuta la liturgia nella devozione popolare? Spesso vengono a crearsi delle divergenze tra la liturgia della Chiesa e le preghiere definite popolari, generando pericolosi errori.
Come viene vissuta la liturgia nella devozione popolare? Spesso vengono a crearsi delle divergenze tra la liturgia della Chiesa e le preghiere definite popolari, generando pericolosi errori.

La liturgia è un atto della virtù di religione che, coerentemente con la sua natura, deve caratterizzarsi per un profondo senso del sacro. In essa l’uomo e la comunità devono essere consapevoli di trovarsi in modo speciale dinanzi a Colui che è tre volte santo e trascendente. Di conseguenza l’atteggiamento richiesto non può che essere permeato dalla riverenza e dal senso dello stupore che scaturisce dal sapersi alla presenza della maestà di Dio. Non voleva forse esprimere questo Dio nel comandare a Mosè di togliersi i sandali dinanzi al roveto ardente? Non nasceva forse da questa consapevolezza l’atteggiamento di Mosè e di Elia, che non osarono guardare Iddio facie ad faciem? Ebbene spesso, forse troppo spesso, ci troviamo davanti ad un popolo santo di Dio che non conosce e disprezza l’azione liturgica e predilige la sua devozione popolare frutto di una scarsa conoscenza di quello che insegna la Chiesa sposa di Cristo. In ciò non bisogna ravvisare una critica verso chi non ha gli strumenti, soprattutto nel passato; al giorno d’oggi, però, tutti sanno leggere e possono informarsi e studiare i contenuti delle azioni sacre.

Se dunque esistono e sono esistite manifestazioni di preghiera differenti da quelle ufficiali della liturgia della Chiesa (come la stessa Liturgia delle Ore), quali sono quelle giuste e quelle sbagliate? Non esiste una risposta secca a questo quesito; come spesso ci ricorda il Santo Padre Francesco, spesso a mio parere in maniera anche troppo ripetitiva, pregare è possibile in ogni momento ed in ogni luogo mantenendo sempre il dialogo con Dio. Tutto vero, ma bisogna ricordare che ciò nonostante esiste certamente una sorta di precedenza che va in qualche modo osservata nel celebrare i misteri della Chiesa e nella preghiera.

Così non solo nella Messa e nella Liturgia delle Ore è fondamentale osservare il calendario della Chiesa per poter celebrare i suoi misteri; anche nella preghiera devozionale è importante ricordarsi del tempo liturgico e delle feste occorrenti. Un esempio significativo: mettiamo caso che la festa della Natività del Signore caschi di venerdì e che un gruppo di fedeli si ritrovi per pregare il Santo Rosario: è giusto pregare secondo i misteri dolorosi, previsti per il venerdì? È evidente che a questo punto entra in gioco, facendo sentire la propria voce, la liturgia, in base alla quale, appare decisamente più opportuno utilizzare i misteri così detti gaudiosi. 

Come secondo e ultimo esempio si potrebbe porre l’attenzione su una domanda che spesso si sente pronunciare in ambito parrocchiale: è meglio pregare i Vespri o recitare il Rosario? In molti contesti diventa difficile far capire le ragioni della liturgia, ma questa è la sfida.

In conclusione possiamo dire che la battaglia dei liturgisti (termine da intendersi in senso lato) è quella di difendere le ragioni della preghiera ufficiale della Madre Chiesa contro le deviazioni del personalismo. Certo, non sempre è facile, ma va fatto con gradualità, dobbiamo farci costruttori di armonie, artigiani di equilibrio tra liturgia e devozione, anche a costo di essere tacciati di essere ritualisti o rubricisti. Noi ci proviamo, e voi?

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