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Missa sine populo

Cosa ci è rimasto? Ci hanno privato anche della Santa Messa, ma non sanno che ci è rimasta la preghiera.

La Messa in diretta è finita, tornate pure a guardare la televisione

Il clima attuale e il recente Decreto Ministeriale del Governo ci impongono di restare a casa e uscire il meno possibile se non per necessità. Quest’ultime sono quelle sanitarie, lavorative e di beni alimentari di prima necessità. Ma qual è la vera necessità per il cristiano? O per la Chiesa stessa?

La Sacrosanctum Concilium dice che la liturgia è il culmine e la fonte della vita della Chiesa. La liturgia, il Sacrificio di Cristo, è di vitale importanza per il cristiano. Tuttavia questa ci è stata tolta, strappata dalle mani. Le chiese rimangono aperte, ma l’esigenza di pregare e di partecipare alla Santa Messa è stata calpestata.

Il cristiano è stato privato di quella unica cosa che lo rende completo, il Corpo e il Sangue di Cristo Gesù. E’ stato privato della S. Messa nel momento del bisogno. Ed ora più che mai il cristiano desidera mettersi inginocchio e pregare davanti al Corpo e al Sangue di N. Signore mentre si eleva nelle mani del sacerdote.

Cosa ci è rimasto?
Ci sono rimaste le campane. Perché dico proprio le campane? Perché queste annunciano il momento in cui il sacerdote sale all’altare per offrire le nostre offerte ed invocare la paterna benedizione di Dio. Quando udite le campane suonare mettetevi in ginocchio e pregate: quello è il momento in cui Cristo Signore si offre sulla croce per la salvezza dei nostri peccati.

Cos’altro ci è rimasto?
Ci sono rimasti i telefoni. Si proprio la tecnologia ci permettere di raggiungere quell’istante in cui tutto si ferma, in cui ci raccogliamo nella preghiera più viva. Molti tra i consacrati si sono resi disponibili a trasmettere in diretta la celebrazione della Santa Messa. Anche noi ci siamo adoperati per trasmettere tutti i giorni il Sacrificio Eucaristico.

Non siamo soli.
Ci è rimasta anche la preghiera, l’arma più forte che abbiamo. Quanto è bello sgranare i grani del rosario? Consumarli sotto le nostre dita? Dobbiamo affidarci alla Vergine Maria ed invocare la sua materna intercessione. Gesù stesso ci ha detto di pregare e ci ha insegnato il Padre Nostro:

Pater noster, qui es in cælis:
sanctificétur Nomen Tuum:
advéniat Regnum Tuum:
fiat volúntas Tua,
sicut in cælo, et in terra.
Panem nostrum
cotidiánum da nobis hódie,
et dimítte nobis débita nostra,
sicut et nos
dimíttimus debitóribus nostris.
et ne nos indúcas in tentatiónem;
sed líbera nos a Malo. Amen

E’ proprio nei momenti più bui come questo che dobbiamo restare uniti, uniti nella preghiera. Per questo motivo ogni giorno a mezzogiorno vi invitiamo a recitare tutti insieme, ciascuno nelle proprie case o nel luogo di lavoro, l’angelus Domini, le litanie lauretane e la Salve Regina.

Solo con la preghiera e la partecipazione alla S. Messa (in diretta digitale) potremo veramente salvarci. Prendete in mano il S. Rosario e iniziate a pregare:

O Dio vieni a salvarmi, Signore vieni presto in mio aiuto
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, come era nel principio ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

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