Oggi ritorna la la festa di San Biagio con la tradizionale benedizione della gola la cui formula, pronunciata dal sacerdote è: “Per intercessione di San Biagio, vescovo e martire, Dio ti liberi dal mal di gola e da ogni altro male. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen”. Questa benedizione viene impartita usando due candele benedette (secondo il costume di alcuni luoghi) nel giorno precedente, cioè per la festa della Candelora. Comunemente, però, le candele usate per la benedizione della gola vengono benedette il giorno stesso con un formulario apposito, che riportiamo sia in latino sia in traduzione italiana.
Benedictio candelarum in festo sancti Blasii episcopi et martyris V. Adiutórium nostrum in nómine Dómine. R. Qui fecit cælum et terram. V. Dóminus vobíscum. R. Et cum spíritu tuo. Orémus. Omnípotens et mitíssime Deus, qui ómnium mundi rerum diversitátes solo verbo creásti et ad hóminum reformatiónem illud idem Verbum, per quod facta sunt ómnia, incarnári voluísti: qui magnus es et imménsus, terríbilis atque laudábilis, ac fáciens mirabília: pro cuius fídei confessióne gloriósus Martyr et Póntifex Blásius, diversórum tormentórum génera non pavéscens, martýrii palmam felíciter est adéptus: quique eídem, inter céteras grátias, hanc prærogatívam contulísti, ut quoscúmque gútturis morbos tua virtúte curáret; maiestátem tuam supplíciter exorámus, ut non inspéctu reátus nostri, sed eius placátus méritis et précibus, hanc ceræ creatúram bene+dícere ac sancti+ficáre tua venerábili pietáte dignéris, tuam grátiam infúndendo; ut omnes, quorum colla per eam ex bona fide tacta fúerint, a quocúmque gútturis morbo, ipsíus passiónis méritis, liberéntur, et in Ecclésia sancta tua sani et hílares tibi gratiárum réferant actiónes, laudéntque nomen tuum gloriósum, quod est benedíctum in sǽcula sæculorum. Per Dóminum nostrum Iesum Christum Fílium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculorum. R. Amen. Et aspergantur aqua benedicta. Benedictio gutturae Deinde Sacerdos duos cereos, in modum crucis aptatos, apponit sub mento gutturi singulorum, qui benedicendi sunt, ipsis ante altare genuflectentibus, dicens: Per intercessiónem sancti Blásii, Epíscopi et Mártyris, líberet te Deus a malo gútturis, et a quólibet álio malo. In nómine Patris, et Fílii, + et Spíritus Sancti. R. Amen. | Benedizione delle candele per la festa di San Biagio vescovo e martire V. Il nostro aiuto è nel nome del Signore. R. Egli ha fatto il cielo e la terra. V. Il Signore sia con voi. R. E con il tuo spirito. Preghiamo. Dio onnipotente e ricco di bontà, tu hai creato la varietà di tutte le realtà di questo mondo con la sola tua parola, e per la salvezza degli uomini hai voluto che la tua Parola stessa, per mezzo della quale sono state fatte tutte le cose, si incarnasse. Tu sei grande, immenso, terribile e degno di lode, e compi meraviglie. Per confessare la fede in te il glorioso martire e vescovo Biagio, non temendo un gran numero di tormenti diversi, ha conquistato la felicità della palma del martirio; e a lui, tra le altre grazie, hai affidato questa prerogativa: di curare cioè, per la tua potenza, qualunque malattia della gola. Supplichiamo dunque la tua maestà di non guardare al nostro peccato, ma – per intercessione dei meriti e delle preghiere di San Biagio – ti chiediamo, per la tua pietà degna di onore, di bene+dire e santi+ficare questi ceri. Infondi in essi la tua grazia affinché, per i meriti del martirio di San Biagio, siano liberati da ogni malattia della gola tutti coloro che con fede sincera riceveranno l’imposizione di questi ceri sul proprio collo; possano costoro renderti grazie nella santa Chiesa, sani e gioiosi, e lodino il tuo nome glorioso, che è benedetto nei secoli. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. R. Amen E asperge le candele con l’acqua benedetta Benedizione della gola Poi il sacerdote pone le due candele incrociate sotto il mento, alla gola di quanti desiderano la benedizione. Questi si inginocchiano davanti all’altare, mentre il sacerdote dice: Per intercessione di San Biagio, Vescovo e Martire, Dio ti liberi dal mal di gola e da ogni altro male. Nel nome del Padre e del Figlio + e dello Spirito Santo. Amen |
Poco si conosce della vita di San Biagio. Notizie biografiche sul Santo si possono riscontrare nell’agiografia di Camillo Tutini, che raccolse numerose testimonianze tramandate oralmente. Si sa che fu medico e vescovo di Sebaste in Armenia e che il suo martirio è avvenuto durante le persecuzioni dei cristiani, intorno al 316, nel corso dei contrasti tra gli imperatori Costantino (Occidente) e Licino (Oriente). Catturato dai Romani fu picchiato e scorticato vivo con dei pettini di ferro, quelli che venivano usati per cardare la lana, ed infine decapitato per aver rifiutato di abiurare la propria fede in Cristo. Si tratta di un Santo conosciuto e venerato tanto in Occidente, quanto in Oriente. Il suo culto è molto diffuso sia nella Chiesa Cattolica che in quella Ortodossa. Nella sua città natale, dove svolse il suo ministero vescovile, si narra che operò numerosi miracoli, tra gli altri si ricorda quello per cui è conosciuto, ossia, la guarigione, avvenuta durante il periodo della sua prigionia, di un ragazzo da una lisca di pesce conficcata nella trachea. San Biagio, infatti, fa parte dei quattordici cosiddetti santi ausiliatori, ossia, quei santi invocati per la guarigione di mali particolari. Come spiega Carlo Lapucci in un suo articolo pubblicato su Toscana Oggi, è considerevole il numero delle sue protezioni e questo insieme di cose pare abbia messo in imbarazzo i riformatori del nuovo Calendario Liturgico, tanto che ne hanno lasciata la memoria, pur essendo inesorabili nei casi come questo, in cui manca un’affidabile documentazione storica. Le sue numerose protezioni pare siano dovute alla presenza di elementi forti della sua figura, che contavano molto nel passato. La malattia della gola era una delle più frequenti e tormentose. Una volta riconosciuto, questo patrocinio facilmente si è esteso a tutto quanto aveva relazione con l’apparato respiratorio, capitolo considerevole della salute e delle attività.
La protezione degli animali è un altro motivo che nasce da una storia di grande suggestione derivante dalla vita del Santo, visitato nel suo speco da una moltitudine di animali diversi, cosa che fu poi causa della sua fine. Nel Nord era molto più diffusa tale devozione ma ancora da noi si trovano immagini di un santo attorniato dagli animali, soprattutto selvatici, che molti credono Sant’Antonio, fino a scriverlo nelle didascalie di raffigurazioni artistiche come le ceramiche. In realtà si tratta di una immagine di San Biagio al quale si usa ugualmente raccomandare gli animali. Lo si riconosce perché, essendo una figura imponente di barbuto e antico santone, ha in mano un pettine, o un bastone, che ricorda il pastorale, ma nessun attributo di Sant’Antonio Abate: il fuoco, il porcello, il tau. In tale veste Biagio non ha la mitria, che gli compete come suo attributo, ma vesti dimesse che lo assimilano all’altro Biagio armentarius. La perdita delle bestie, soprattutto vaccine, è una grave sciagura per i contadini, mentre a quel tempo i pastori temevano molto le stragi fatte dai lupi nei greggi, e una leggenda vuole proprio che Biagio ne ammansisse uno. Anche l’uso degli arnesi di ferro è stato un forte richiamo per le protezioni. Nel mondo rurale gli arnesi da taglio facevano un tempo molte vittime tra i contadini ignoranti e poco accorti. La stessa cosa accadeva tra gli artigiani tanto che altri santi, come San Bartolomeo, che fu scorticato e porta come attributo un coltello, è stato eletto protettore di conciapelli, macellai, pellicciai, sarti, e addirittura l’Arcangelo Michele, per brandire la spada, fu scelto dai salumieri. Il bisogno di tutela da questi incidenti, che potevano ridurre un uomo a una vita miseria e tribolata, ha chiamato il Santo a proteggere molti di coloro, che per lavoro dovevano maneggiare arnesi pericolosi di ferro.
Un elemento appare una sovrapposizione, o una giustapposizione con la festa della Candelora che cade il giorno prima: la candela per l’uso della benedizione. La tradizione narra come la donna, che per sua intercessione aveva riavuto il porcello rubatole dal lupo, portò a Biagio imprigionato qualcosa da mangiare, ed ebbe dal Santo il ringraziamento insieme alla promessa: «Ogni anno offri in una chiesa edificata in mio nome un pane e una candela e te ne verrà bene e salute». Questo si trova scritto nella Leggenda aurea e potrebbe spiegare sia l’uso delle candele nella benedizione, sia quello dei pani. Si comprende dunque molto bene come la disperazione nei secoli passati spingesse a cercare protezione da una malattia inesorabile che colpiva in vari modi soprattutto gli esseri più deboli e amati della famiglia. Oggi abbiamo la vaccinazione e tanti altri rimedi, ma non per questo dobbiamo smettere di affidarci alla provvidente benedizione di Dio. San Biagio intercedi per noi!