San Vito martire, nacque a Mazara del Vallo (Trapani) intorno all’anno 286, da Hila, di nobile stirpe ma pagano, e da Bianca, virtuosa matrona cristiana. Ancora in fasce perdette la mamma, per cui venne affidato alla nutrice Crescenzia. Si dice che quando al dodicesimo giorno dalla nascita, il padre Hila volle attaccare al collo del bambino la bulla, cioè una medaglia con l’effigie degli dei Penati della casa, l’infante si mise a strillare e si strappò dal collo quell’amuleto pagano buttandolo via. Accettò invece la crocetta che Crescenzia gli aveva messo al collo di nascosto del padre, come pure accolse di buon grado gli insegnamenti cristiani impartitigli dalla nutrice. Quando Vito fu cresciuto, suo padre gli diede come precettore Modesto, uomo saggio e dotto di Mazara, affinché lo istruisse nelle lettere e nelle scienze: ma anche questo pedagogo era cristiano. Durante un’assenza del patrizio Hila, molti del suo palazzo si convertirono e ricevettero il battesimo da Modesto: primo fra tutti fu il giovanetto Vito. Si narra che a questi, appena battezzato, sia apparso il suo angelo custode che gli consegnò una croce, come presagio del suo martirio. Di ritorno Hila, venuto a conoscenza di ciò, non trascurò nessun mezzo, per indurre il figlio a rinnegare la religione abbracciata in sua assenza, ma nulla valse a smuovere la fede incrollabile dell’adolescente. Allora il crudele genitore, visto inutile ogni tentativo, consegnò il figlio al prefetto della Sicilia Valeriano affinché questi, con la sua autorità, riportasse Vito al culto degli dei dell’impero.