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Santa Maddalena di Canossa

Santa Maddalena di Canossa, nacque a Verona il 1 marzo 1774, da una ricca famiglia di marchesi, lontana discendente della storica contessa Matilde di Canossa.

Santa Maddalena di Canossa, nacque a Verona il 1 marzo 1774, da una ricca famiglia di marchesi, lontana discendente della storica contessa Matilde di Canossa. Nel 1779 il padre muore tragicamente e fu abbandonata insieme ai quattro fratelli dalla madre, passata a seconde nozze. Maddalena e i fratelli vengono affidati a due precettori secondo una consuetudine della nobiltà: accanto a Bonifacio ci sarà don Pietro Rossi, mentre delle fanciulle si occuperà un’istitutrice francese, Francesca Marianna Capron, che influirà in modo negativo nella formazione di Maddalena in particolare per il suo atteggiamento crudele e repressivo. Quando l’istitutrice abbandona l’incarico presso casa Canossa, Maddalena si ammala improvvisamente e gravemente. Superata la malattia, Maddalena confida a don Pietro Rossi la decisione di consacrarsi a Dio ed inizia ad esaminare le regole di alcuni ordini religiosi. Dopo aver scoperto una particolare sintonia spirituale con le regole delle carmelitane scalze, il 2 maggio 1791 si ritira per circa dieci mesi nel monastero di Santa Teresa a Verona. Durante quest’esperienza, pur ammirando le carmelitane, percepisce una certa distanza tra il suo sentire interiore e la loro vita. Tornata a casa, curò per vari anni l’amministrazione del ricco patrimonio, rivelando in questo un talento straordinario. Maddalena si preoccupava di ogni tipo di povertà, economica e morale; nel suo apostolato, visitava gli ammalati negli ospedali e nelle loro case, comprava copie del catechismo per l’insegnamento nelle chiese locali, organizzava ritiri, aiutava ragazze abbandonate e a rischio, dava cibo a coloro che ogni giorno si presentavano alla sua porta, e visitava quanti abitavano in case o baracche decrepite.

Santa Maddalena di Canossa

Nelle sue intenzioni questi bambini, educati all’interno di appositi collegi, avrebbero frequentato il noviziato a Napoli e poi, affiancati a missionari italiani, sarebbero tornati a evangelizzare l’Africa, in modo che, come affermò lo stesso Ludovico: «l’Africa convertirà l’Africa». L’8 dicembre 1859 Ludovico fondò la Congregazione dei Frati della Carità, detti anche bigi dal colore dell’abito. I primi bigi erano fratelli laici cui in seguito si aggiunsero alcuni sacerdoti, tutti professanti la regola del Terz’Ordine francescano con particolare cura per l’istruzione dei giovani popolani in condizioni disagiate e l’assistenza agli infermi. Ai frati bigi Ludovico aggiunse nel 1866 le suore di Santa Elisabetta, dette anche bigie del Terz’Ordine o elisabettine, per molti versi corrispettivo femminile della congregazione maschile: tra le loro mansioni vi erano la preghiera per i moribondi, il seppellimento e l’esumazione dei morti e la preghiera per le loro anime. Fondò sempre a Napoli nel 1866 un collegio per giovani benestanti chiamato La Carità e successivamente un ospizio marino per vecchi pescatori a Posillipo. Nel 1871 aprì ad Assisi un istituto per ciechi e sordomuti, dopo che già uno era sorto a Napoli. La sua importanza rimane legata al carattere fortemente sociale del quale improntò la sua azione caritativa e che gli consentì nella pratica la fondazione capillare di istituti e collegi, quando, a metà dell’Ottocento, il ruolo dei terziari risultava per certi versi antiquato e bisognoso di rinnovamento. Morì il 30 marzo 1885.

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