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TERRIBILIS EST LOCUS ISTE HIC DOMUS DEI EST ET PORTA COELI: la Celeste Basilica di Monte Sant’Angelo

Numerosi sono i santuari dedicati al Principe delle milizie celesti. Uno tra i più importanti è il santuario di Monte Sant’Angelo sul Gargano in provincia di Foggia.

Il 29 settembre il calendario liturgico propone la festa dei Santi Arcangeli Gabriele, Raffaele e Michele. Numerosi però sono i santuari dedicati al Principe delle milizie celesti. Uno tra i più importanti è il santuario di Monte Sant’Angelo sul Gargano in provincia di Foggia.

Si ritiene che  fosse già in età greca e romana un luogo di culto. Lo storico Strabone parla, riferendosi probabilmente ad essa, di un tempio dedicato al dio Calcante, mitico indovino, sacerdote di Apollo. Qui accorrevano i fedeli per chiedere i responsi, spesso trascorrendo le notti avvolti nelle pelli degli animali sacrificati. E’ probabile che vi si adorasse anche lo stesso Apollo, divinità pagana simboleggiante la luce e raffigurata con l’aspetto giovanile, di rara bellezza. Ma a partire dall’età pre-longobarda e poi medioevale che convertito in luogo di culto cristiano divenne principale meta di pellegrinaggi. Tra i pellegrini più illustri vi è San Francesco d’Assisi che non sentendosi degno di entrare nella grotta, si è fermato in preghiera e raccoglimento all’ingresso, baciando la terra e incidendo su una pietra il segno di croce in forma di Τ(τ).

Era l’8 maggio 493 quando un vescovo locale venne esortato da un messaggero angelico a fondare una chiesa in una grotta vicina. Così narra la leggenda:

«Il vescovo di Siponto, insieme ad altri sette vescovi pugliesi, si recò in processione con il popolo e il clero di Siponto sul sacro luogo. Durante la processione accadde una cosa straordinaria: alcune aquile protessero i vescovi dai raggi del sole con le loro ali spiegate. Quando arrivarono alla grotta trovarono che vi era già stato eretto un altare primitivo, coperto con una tovaglia d’altare rossa e sormontato da una Croce- continua la leggenda- trovarono le orme di San Michele sulla roccia. Con immensa gioia il santo vescovo offrì il primo Sacrificio divino[…] La grotta è l’unico luogo di adorazione non consacrato da mani umane, e nel corso di secoli ha ricevuto il titolo di “celeste basilica” » .

Nel Medioevo il Monte Gargano è diventato un punto centrale della devozione a San Michele, attirando pellegrini provenienti perfino dalla isole britanniche. Si crede che molte altre chiese dedicate a San Michele Arcangelo abbiano ricevuto ispirazione da questo santuario.

Oggi l’architettura si presenta in due livelli. Al livello superiore sono presenti il portale romanico e la torre angioina- eretta da Carlo d’Angiò come omaggio all’arcangelo per la conquista dell’Italia meridionale- con funzione di campanile.

Il livello inferiore comprende la grotta, il museo devozionale e le cripte. La prima parte delle cripte ha la forma di una galleria porticata, articolata in otto campate rettangolari La seconda parte delle cripte è di epoca longobarda e presentava due scale (una delle quali è andata distrutta) che terminavano con una piccola platea con un’abside e un altare con numerose iscrizioni.

Di alto rilievo artistico, nonché devozionale è la statua del Santo in marmo di Carrara scolpita da Andrea Sansovino del 1507, la cui fedele replica è situata in facciata su nicchia sommitale, annoverata come tra i primi capolavori del Rinascimento dell’Italia meridionale. San Michele Arcangelo  affronta il diavolo e sorregge con la mano destra una Spada che simboleggia il potere sul male che gli viene da Dio.

La Celeste Basilica vanta oggi non solo il privilegio spirituale del Perdono Angelico, una speciale indulgenza plenaria perpetua, ma anche la qualifica di Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO.

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