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Il Santo Rosario: la salvezza per mezzo di Maria

Da circa otto secoli il Santo Rosario viene pregato dal popolo cattolico. La Santa Chiesa si è adoperata sin dalle origini per diffondere tale devozione a partire dal suo nascere iniziando dalla gente più semplice e poco istruita. Troviamo l’origine della devozione al Santo Rosario, dunque mariana, intorno alla fine del XII secolo, periodo in cui iniziarono a manifestarsi nuove devozioni nei confronti della Vergine Santa e promosse in maniera accentuata dai Cistercensi e a seguire negli anni e nei secoli, da altri Ordini cosiddetti “mendicanti”, per combattere le eresie. In modo particolare San Domenico ed i suoi frati usarono questa potente preghiera a Maria per sconfiggere l’eresia albigese, diffusa accentuatamente nella Francia del nord. Gli albigesi erano stati dichiarati, giustamente, eretici in quanto negavano la divinità e l’umanità di Cristo, ritenendoLo semplicemente di natura angelica operante mediante un corpo. Dunque, Gesù, non era più il Redentore, il Salvatore, il distruttore della morte e la primizia dei risorti, bensì era considerato un maestro degno di fede.

Grazie a questi avvenimenti, il Rosario ebbe una propagazione molto rapida tanto che, dal XIII secolo, diviene consuetudine ripetere spesso cinquanta o centocinquanta Ave Maria, divise in cinque decine (ogni decina equivale ad un Mistero, avvenimento della vita di Gesù da contemplare), intercalate dal Pater Noster tra un Mistero e l’altro. Nato da poco, il Santo Rosario non vantava tale nome, ma era abitudine chiamare questa preghiera “Salterio della Vergine”. In tal modo, affiancando i centocinquanta salmi del Salterio del Breviarium Romanum – proprio dei monaci e degli ecclesiastici – il popolo semplice aveva “conquistato” il suo Salterio grazie a San Domenico. In seguito, per facilitare la recita della preghiera in questione, venne adottata la notissima “Corona”.

P. Stefano Maria Manelli, FI (fondatore dei Francescani dell’Immacolata) nei suoi scritti circa la Vergine Santa ed il Santo Rosario come strumento di salvezza scrive: “Se vogliamo amare il Rosario nel modo più puro e più gradito alla Madonna, dobbiamo andare alla scuola dei Santi, che sono i figli prediletti della Madonna. Essi hanno amato tanto il Rosario ed essi assicurano, con S. Teresina, che ‘non c’è preghiera più gradita a Dio del Rosario.’”[1]

Il Rosario è una preghiera con la quale, rivivendo le tappe della vita di Nostro Signore, doniamo tante rose alla Madonna al fine di chiederLe tante Grazie per il bene spirituale nostro e non solo: infatti, sempre i Santi come S. Lorenzo da Brindisi, S. Pietro Canisio, S. Roberto Bellarmino, S. Teresa di Gesù, S. Francesco di Sales, S. Alfonso M. de’ Liguori, S. Carlo Borromeo, S. Filippo Neri, S. Francesco Saverio, S. Luigi Grignion de Montfort, S. Ignazio di Loyola, S. Camillo de Lellis, S. Giovanni Maria Vianney (Santo Curato d’Ars), S. Giuseppe Cafasso, S. Margherita, S. Bernardetta, S. Maria Bertilla, S. Stanislao Kostka, San Giovanni Berchmans e S. Gabriele dell’Addolorata, S. Domenico, S. Maria Goretti, S. Caterina, S. Massimiliano M. Kolbe, Servi di Dio Giacomino Gaglione, S. Pio da Pietrelcina,  Servo di Dio Don Dolindo Ruotolo ecc. ci insegnano che con l’”arma” del Rosario si possono ottenere la salvezza dell’anima (propria, in primis, e del prossimo), la conversione dei poveri peccatori, la liberazione – o anche l’abbreviazione – dalle sofferenze delle Anime Purganti, la vittoria sul maligno ecc.

Tra i molti Santi sopracitati, ve ne è uno che ha scritto molto riguardo la Vergine Maria ed il Rosario utilizzando un linguaggio semplice e allo stesso tempo efficace per la conseguente attuazione della devozione mariana: San Luigi Maria Grignion de Monfort. In particolare ci sono due testi Suoi che, personalmente, mi sono più a cuore e che con cristiana coscienza mi sento di consigliare, nonchè approfondire in questo articolo: “Il trattato della Vera Devozione a Maria” ed “Il Segreto di Maria”. Questi scritti andrebbero letti, riletti ed interiorizzati finchè il buon Dio concede ad ognuno di noi di vivere in questa “lacrimarum valle”, tanto misera quanto intrisa di peccato. Secondo il Monfort un’azione molto importante e densa di significato per quanto concerne la Fede, è la Consacrazione a Gesù per mezzo di Maria il cui fine è amare Gesù, innamorarsi sempre più di Lui. I mezzi che il Santo autore degli scritti in questione suggerisce, sono quelli indicati dalla Madonna, ovvero: partecipazione (quotidiana, se possibile) alla Santa Messa, preghiera quotidiana del Santo Rosario, Adorazione e Digiuno.

È importante comprendere che attraverso Maria Santissima è più facile, nonchè più breve, il tragitto per arrivare a Gesù e dunque a Dio Padre, tenendo in considerazione i meriti e le indulgenze che questa potente devozione permette di acquistare. Il tutto per un unico scopo: la salvezza, e quindi la vita, eterna.

“Ad Jesum per Mariam”[2], a Gesù per mezzo di Maria e i meriti presso Dio Padre saranno innumerevoli.


  1. [1] Il Rosario e i Santi, P. Stefano Maria Manelli, FI
  2. [2] Dal Trattato della Vera Devozione, San Luigi Grignion de Monfort

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