Ritengo che non vi sia all’interno della tradizione della Chiesa un simbolo quale la Cattedra dell’apostolo San Pietro dal cosi alto valore teologico e spirituale, senza dimenticare la rilevanteimportanza e il suo inopinabile fondamento in ambito canonico ed ecclesiale.
Contemplare questo seggio episcopale ligneo, appartenuto secondo la tradizione della Chiesa, all’apostolo Pietro non ci pone davanti semplicemente a un oggetto storico di alto valore, oppure a una reliquia o ancora all’imponente opera d’arte del Bernini progettata e costruita come custodia della reliquia lignea stessa. Da questo oggetto sacro trascende la vita stessa della Chiesa quale struttura gerarchica tangibile, collocata in mezzo al popolo di Dio, per permettere ai successori degli apostoli di proseguire la missione affidata da Cristo stesso ai dodici e a coloro che gli succederanno .
Un oggetto per il quale è stabilita una memoria liturgica, che vede la sua ricorrenza il 22 febbraio, e che viene celebrata dalla Chiesa universale e non solo da una Chiesa locale.
Un trono però non presente soltanto a Roma: quali successori degli apostoli ciascun episcopo all’interno della sua diocesi èlegato a una cattedra, simbolo tangibile di potestà e responsabilità del Vescovo sulla porzione di gregge affidatogli. Da qui il nome cattedrale, associato dunque alla chiesa “madre” e cardine della diocesi custode della cattedra del Vescovo, luogo di comunione ecclesiale di tutta la chiesa locale.
Cattedra non soltanto come presidenza di potere, ma anche come luogo dal quale il vescovo impartisce le sue benedizioni e si rivolge ai suoi fedeli.
Da questo luogo scaturisce la vita della Chiesa: il Vescovo, che presiede nella liturgia, nella parola e nella celebrazione eucaristica, circondato dal collegio presbiterale che lui stesso presiede e senza il quale il suo mandato di pastore diocesano non sarebbe possibile attuare, accoglie il santo popolo di Dio, gli si pone davanti e gli mostra i passi da percorrere nell’incontro con il Signore e nel giungere alla promessa salvifica che è stata a noi consegnata con la morte di Cristo in croce.
Accedendo alla cattedra e presiedendola, sia essa quella di una sede diocesana o di una sede titolare, in forza del raggiungimento della pienezza del sacramento dell’ordine attraverso l’episcopato, si entra dunque a far parte del magistero della chiesa. Coloro infatti che raggiungono tale dimensione sacramentale godono di pienezza e autorevolezza nella Chiesa; come discendenti stessi degli apostoli il loro contributo viene considerato rilevante e per questo, in un’ottica di collegialità,viene condiviso e riconosciuto dalla chiesa universale. Questo principio teologico e canonico trova il suo fondamento nella dottrina della Cathedra Petri, teoria sviluppatasi già con la nascita del cristianesimo, che riconosce il legame indissolubile tra l’episcopo e San Pietro e i suoi successori romani. Legame impresso da Cristo stesso, il quale avendo scelto San Pietro come colui sul quale verrà costruita la sua casa, a lui spetta il primato all’interno della chiesa nascente (da qui la definizione di primato petrino) riconoscendo in San Pietro e nella chiesa di Roma la supremazia su tutte le altre chiese e quindi sugli altri vescovi. A lui solo è dunque affidata la possibilità di esprimersi nella forma più autorevole che la Chiesa prevede per il sommo Pontefice, nella modalità “ex cathedra”. Il Pontefice regnante ha la possibilità di esprimere una verità fondamentale per la dottrina e la vita della Chiesa, in materia di fede e morale, senza che egli possa essere contraddetto o vi sia posta innanzi una qualsiasi opinione discordante. Ciò che afferma parlando ex cathedra è dogma.
In questi tempi di profonda incertezza per la Chiesa è bene ogni tanto ricordarsi che le nostre origini non hanno un mero aspetto umano, bensì in un mandato divino, un passaggio diretto dal Maestro a uno dei suoi chiamati iniziali, passaggio che supera i tempi per giungere fino ai nostri giorni e che chiede a noi cristiani di oggi che viviamo il nostro tempo di proseguire l’opera evangelizzatrice e di edificazione del Regno di Dio.