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La Pace di Cristo risiede nel cuore

Il Signore Gesù ha detto: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace, e non ve la do come la dà il mondo» (Gv 14, 27). È vero che siamo tutti alla continua ricerca della pace.

La nostra anima deve riposare solo in Dio, poiché solamente Lui è l’etera pace. È necessario, dunque, chiedere al Signore che ci guidi nel cercare, nel comprendere e nello sperimentare sempre il riposare in Lui, posare il nostro capo sul Suo petto, preferendo Gesù a qualsiasi cosa – che sia la salute, la bellezza, la gloria, gli onori, la dignità, il potere, la ricchezza, l’essere elogiati, i meriti, i desideri ecc.

Il Signore Gesù ha detto: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace, e non ve la do come la dà il mondo» (Gv 14, 27). È vero che siamo tutti alla continua ricerca della pace, ognuno desidera, brama questa situazione la quale conduce ad un benessere interiore; ma quasi nessuno si cura di ciò che porta all’acquisto della vera pace! Il buon Gesù dona la Sua pace agli umili e ai docili di cuore. Dunque la pace consiste nell’esercitare largamente la pazienza verso il prossimo e verso le situazioni – talvolta anche moleste – che siamo chiamati ad affrontare. Se, infatti, ascoltiamo e seguiamo gli ammonimenti e gli insegnamenti di Cristo potremo godere di una grande pace nell’anima.

Per ottenere quanto detto è bene considerare quanto si fa e si dice (cfr. Mt 5, 21-37), ogni intenzione abbia come unico obiettivo quello di piacere all’Altissimo, senza cercare o desiderare nulla all’infuori di Gesù. Per quanto riguarda, invece, non provare alcun turbamento e non soffrire nessuna tribolazione nell’anima e nel corpo, bisogna tener presente che queste cose non appartengono alla vita terrena, ma “allo stato della quiete eterna”. Per natura, siamo tutti turbolenti. (Nm 24, 7); non conosciamo la via della pace (Rm 3, 17). Quindi, come riceveremo questa pace? Non è qualcosa che riceviamo automaticamente. Tale pace diventa sempre più parte della nostra vita solamente quando diamo ascolto ai comandamenti di Dio, quando facciamo nostra la Sua Parola. «Se uno mi ama, osserverà la mia parola, e il Padre mio l’amerà, e noi verremo da lui e dimoreremo presso di lui.» (Gv 14, 23). Non può esserci altro che pace con il Padre e il Figlio nel nostro cuore e nella nostra mente (Ap 3, 20). «Se tu fossi stato attento ai miei comandamenti la tua pace sarebbe come un fiume, la tua giustizia, come le onde del mare» (Is 48, 18). «Grande pace hanno quelli che amano la tua legge e non c’è nulla che possa farli cadere» (Sal 119, 165).

Questa pace è piena di fede e riposo e certezza e forza. Paolo la possedeva. Lui soffrì molto; fu perseguitato, disprezzato, disonorato, oltraggiato, maltrattato, ecc. Patì molte tribolazioni, ma era così coraggioso che scrisse ai Romani: «Infatti sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, né potenze, né altezza, né profondità, né alcun’altra creatura potranno separarci dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore» (Rm 8, 38-39).

Lui sapeva a cosa portassero tutte le sue tribolazioni. Noi veniamo salvati esattamente tramite le sofferenze, non senza di esse. Nelle tribolazioni impariamo a conoscere noi stessi e Dio, la nostra debolezza umana e la forza di Dio! Si potrebbe pensare che se solamente non avessimo così tante svariate tribolazioni avremmo avuto pace, ma non funziona in questo modo. L’obiettivo finale è di avere riposo e pace in tutte le circostanze, in tutti i tipi di tribolazioni. Questo è come vissero Gesù e gli apostoli. Tutti coloro che desiderano vivere una vita timorosa di Dio avranno la stessa esperienza. Quindi non possiamo credere di aver trovato la vera pace sulla terra finché non siamo provati, non possiamo credere che tutto stia andando bene solo perché non viviamo contrasti o che tutto sia perfetto poiché quanto accade nella nostra vita rispecchia i nostri desideri e le nostre aspettative. Non possiamo neppure credere che il buon Dio ci abbia prediletti a causa della nostra quiete avvertita nello spirito. Non è grazie a queste cose il perfezionamento dell’uomo e non si riconosce da tali elementi se si ama veramente la virtù.

Cosa dobbiamo fare, perciò, per avere la vera pace, quella che solo Gesù può dare? Bisogna offrire tutto noi stessi al volere di Dio, senza andare alla ricerca del nostro interesse, né su questa terra né per la vita eterna. Solo in questo modo, “considerando tutto col medesimo occhio e pensando tutto col medesimo giudizio” (cfr. L’imitazione di Cristo, libro III, cap. XXV) siamo sempre pronti a lodare Dio sia nei momenti di grande bonaccia, sia quando la tempesta incombe. Così dobbiamo essere forti nella speranza che – anche quando non avremo alcun conforto interiore ed esteriore – disponiamo il cuore a soffrire anche maggiori pene, senza trovare giustificazioni o innalzare lamenti al Signore in cui esterniamo la nostra “innocenza” per meritare tanti affanni. In tal modo, lodando e riconoscendo come giusto il volere di Dio, vivremo nella vera pace! E se riuscissimo a disprezzare completamente noi stessi, potremo godere di tutta la pace che è possibile ottenere in questo pellegrinaggio terreno.

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