Finché, anche grazie ai preziosi contributi del vescovo Ambrogio, intuì come la verità, tema centrale del suo itinerario filosofico, non sia un semplice fatto in sé da dominare, ma che da essa si viene dominati, perché è qualcosa di assoluto. Fu un colloquio con Simpliciano, futuro successore di Ambrogio, a preparare la strada per la conversione. Questa sarebbe avvenuta, a 33 anni, nel settembre 386. Nel 387 Agostino si recò a Milano dove fu battezzato da Ambrogio nella Veglia pasquale. Fu a questo punto che Agostino decise di ritirarsi in Africa, ma mentre era in procinto di imbarcarsi ad Ostia, Monica morì. Tornò in Africa, a Tagaste, dove decise di dedicarsi a quel Dio che era giunto ad amare in età adulta. Cominciò vendendo tutti i suoi beni e donando tutto ai poveri. Agostino non pensava di diventare sacerdote e un giorno, essendo stato invitato ad Ippona da un amico, stava pregando in una chiesa quando un gruppo di persone lo circondò. Costoro implorarono Valerio, il vescovo, di elevarlo al sacerdozio; nonostante i suoi timori, Agostino fu ordinato nel 391. Il suo ministero sacerdotale durato cinque anni fu molto fruttifero: Valerio l’autorizzò a predicare nonostante l’uso africano che riservava quel ministero ai soli vescovi; combatté l’eresia, specialmente quella manichea ed il suo successo fu notevole. Indebolito dall’età ormai avanzata, Valerio, vescovo di Ippona, ottenne da Aurelio, Primate d’Africa, che Agostino fosse associato alla sua sede in qualità di coadiutore. Pertanto Agostino si dovette rassegnare alla consacrazione dalle mani di Megalio, Primate di Numidia. Aveva 42 anni, ed avrebbe occupato la sede di Ippona per i successivi 34. Nel 429 si ammalò gravemente, mentre Ippona era assediata da tre mesi dai Vandali comandati da Genserico, dopo che avevano portato morte e distruzione dovunque; il santo vescovo ebbe l’impressione della prossima fine del mondo. Morì il 28 agosto 430, a 75 anni.