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Tempus Passionis

Una breve introduzione sul significato del Tempo di Passione e delle sue principali peculiarità nell’accompagnamento che la Chiesa, per mezzo dei suoi riti, offre al fedele verso il Golgota e verso il Santo Sepolcro, culmine fondante della Redenzione dell’uomo.

Volgendo il nostro sguardo verso l’aurora pasquale, fulcro dell’intero anno liturgico, ci si orienta via via ad una climax di spiritualità e contrizione sempre più intenso. Ivi, se il tempo di Settuagesima è considerabile come una preparazione remota alla Santa Pasqua e il tempo di Quaresima una preparazione prossima, troviamo nelle ultime due settimane di quest’ultima una preparazione immediata. Tale tempo, definito come Tempo di Passione, è composto dalla Settimana Santa, altresì detta Maggiore, principiante con la Domenica delle Palme e culminante nella solennissima liturgia della Veglia Pasquale, e dalla settimana precedente, detta appunto “di Passione”, orientata alle narrazioni profetiche in vista dell’ultimo tratto di vita umana del Redentore.

La simbologia avviantesi con la Settimana di Passione si fa particolarmente pregna. Con la Domenica Iudica (o in mediana), così chiamata per la soppressione sino al Giovedì Santo incluso (e prima della riforma della Settimana Santa fino al Sabato Santo escluso) del Salmo Iudica me e del Gloria Patri nell’antifona Introibo ad altare Dei, il fedele entra in una chiesa ove tutte le immagini sacre sono velate. Dall’ultimo vespro del giorno precedente infatti si procede con il nascondimento attraverso veli violacei di tutte le statue e di tutte le raffigurazioni, inclusi i crocifissi, eccettuando esclusivamente le rappresentazioni della Via Crucis, perno intorno a cui la preghiera della Chiesa si accora in un lamento di contrizione e domanda misericordia.

Scrive a tal proposito dom Guéranger nel suo “Anno Liturgico” (cap. III) come: “il Cielo della Santa Chiesa si oscura sempre di più”, ed è proprio questo il significato della Velatio, offrire un accento maggiore alla naturale commozione per la prossima scomparsa dallo Sposo Celeste dalla società peccatrice, mondandola per mezzo del Suo preziosissimo Sangue e riparando alla divina necessità di Giustizia per le umane iniquità. Velare significa nascondere alla vista, antico vestigio della tenda un tempo posta tra la navata e l’altare maggiore durante la quaresima, cui si affiancava l’espulsione dei pubblici penitenti dalla chiesa fino al Giovedì Santo. Questo nascondimento, associato a letture che evocano le antiche profezie, ricalca l’avvicinarsi delle sinistre nubi della tempesta. Non a caso i brani dei vangeli letti in questi giorni ripercorrono principalmente il terzo anno del Ministero di Gesù, in quanto fu allora che l’odio dei suoi nemici si fece particolarmente manifesto, concludendosi con il tradimento di Giuda e la crocifissione sul Golgota. Con un lento incedere simile a quello del Signore sul Calvario, ci si avvicina passo dopo passo verso quel “e si fece buio su tutta la terra” del Venerdì Santo. Ben esprime questi sentimenti anche il card. Schuster in commento al sentimento caratterizzante il Tempo di Passione:

Andrea di Vanni, Scene della Passione di Cristo: L’agonia nell’orto, la Crocifissione e la Discesa al Limbo (1380), Londra, National Gallery of Art

È il Giusto che sente come si va tramando contro di lui la più spietata persecuzione; Egli è innocente, ma l’odio degli avversari lo ha isolato. da qualsiasi difensore; si rivolge quindi continuamente al Padre celeste, lo prendo a testimone della propria innocenza, e lo scongiura che non l’abbandoni nel giorno della prova.

Lo spirito con cui vivere dunque il Tempo di Passione, alla luce della simbologia che la Chiesa cattolica offre al mondo, è quello di un ultimo e più maturo sforzo di contrizione verso il traguardo della Pasqua, ove ogni tenebra, ogni sofferenza, ogni mancanza tramontano di fronte al Re Vittorioso di tutte le genti. Facendo dunque nostre le parole di dom Lefebvre, l’estensore forse più noto e sublime del Messale Romano commentato del XX secolo, confidiamo di temprarci nella disciplina per rinascere all’alba di Pasqua come uomini nuovi, rinnovati, mondati, degni figli dell’Unico Dio, morto per noi e per la nostra Salvezza:

Il Tempo della Passione, per la sua connessione intima col Tempo di Pasqua, ha dunque lo scopo di rinnovare in noi lo spirito del Battesimo nel quale la nostra anima è stata lavata nel sangue di Gesù, e quello della nostra prima Comunione colla quale l’anima nostra si è dissetata di questo stesso sangue. Colla confessione e la Comunione Pasquale, residui della disciplina penitenziale e battesimale di un tempo, questo Tempo liturgico ci fa morire e risuscitare sempre più con Cristo.


Bibliografia:

  • Guéranger, dom P. (1959). L’anno liturgico. – I. Avvento. Natale. Quaresima. Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, Edizioni Paoline
  • Schuster, card. A.I. (1933). Liber Sacramentorum. Note Storiche e Liturgiche sul Messale Romano. Il Testamento Nuovo nel Sangue del Redentore (La Sacra Liturgia dalla Settuagesima a Pasqua), Torino-Roma, Marietti.
  • Lefebvre, dom G. (1949). Messale Romano. Testo latino completo. trad. it. S. Bertola e G. Destefani, Torino, L.I.C.E. Roberto Berruti & C.

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