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I Novissimi

Con il termine “Novissimi” intendiamo le cose ultime che accadranno ad ogni uomo al termine della sua vita e cioè: la morte, il giudizio (particolare e universale), il purgatorio, l’inferno e il paradiso.

Durante il suo ultimo anno di vita, lamentava insistentemente San Pio da Pietrelcina: “Chi parla più del peccato? Chi parla più della grazia? Chi parla più dei Novissimi?”. 

Ed è proprio così, purtroppo. Ultimamente, queste parole e questi temi (di fondamentale importanza per la vita spirituale cristiana) sono quasi diventati dei pericolosi tabù, di cui nessuno si occupa. E forse, la principale tematica ad essere stata messa da parte è soprattutto quella dei Novissimi (su cui, al contrario, bisognerebbe riflettere almeno quotidianamente, come raccomandato dal Catechismo). 

Con il termine “Novissimi”, infatti, intendiamo le cose ultime che accadranno ad ogni uomo al termine della sua vita terrena e le prime della vita eterna, ovvero: la morte, il giudizio (particolare e universale), l’inferno e il paradiso. Come ci ricorda una massima del Siracide, la loro continua meditazione è il modo migliore che l’uomo ha per sfuggire al peccato, anche quello veniale:

“In tutte le tue opere, ricordati dei Novissimi e non peccherai in eterno”.

È certo che ognuno di noi dovrà andare incontro alla morte, evento che segna il termine della vita terrena del corpo e l’inizio della vita eterna dell’anima. Immediatamente dopo la nostra morte, saremo giudicati particolarmente da Dio, che sulla base del nostro agire terreno, secondo Giustizia deciderà della nostra destinazione eterna: Paradiso o Inferno. 

Il Paradiso, come ci insegna il Catechismo, è “il godimento eterno di Dio, nostra felicità, e, in Lui, di ogni altro bene, senza alcun male.”. Ma com’è fatto? 

A questa domanda ci risponde San Paolo: 

Noi sappiamo che quando verrà disfatto questo corpo, nostra abitazione sulla terra, riceveremo un’abitazione da Dio, una dimora eterna, non costruita da mani di uomo, nei cieli.”

Né occhio vide, né orecchio udì, né entrò in cuore dell’uomo, quali cose Iddio abbia preparato per quelli che lo amano.”

L Inferno, invece, è “il patimento eterno della privazione di Dio, nostra felicità, e del fuoco, con ogni altro male senza alcun bene.

Ecco come ce ne parla Santa Faustina Kowalska nel suo Diario:

Oggi, sotto la guida di un Angelo, sono stata negli abissi dell’Inferno. È un luogo di grandi tormenti per tutta la sua estensione spaventosamente grande. Queste le varie pene che ho viste: 

  • La prima pena, quella che costituisce l’Inferno, è la perdita totale di Dio;
  • La seconda, i continui rimorsi di coscienza;
  • La terza, la consapevolezza che quella sorte non cambierà mai;
  • La quarta pena è il fuoco che penetra l’anima, ma non l’annienta. È una pena terribile: è un fuoco puramente spirituale acceso dall’ira di Dio;
  • La quinta pena è l’oscurità continua, un orribile soffocante fetore e, benchè sia buio, i demoni e le anime dannate si vedono fra di loro e vedono tutto il male degli altri ed il proprio;
  • La sesta pena è la compagnia continua di satana;
  • La settima pena è la tremenda disperazione, l’odio di Dio, le imprecazioni, le maledizioni, le bestemmie.

Queste sono pene che tutti i dannati soffrono insieme, ma questa non è la fine dei tormenti. Ci sono tormenti particolari per le varie anime, che sono i tormenti dei sensi. Ogni anima con quello che ha peccato viene tormentata in maniera tremenda e indescrivibile.

Ci sono delle orribili caverne, voragini di tormenti, dove ogni supplizio si differenzia dall’altro. sarei morta alla vista di quelle orribili torture se non mi avesse sostenuta l’Onnipotenza di Dio. (…)”.

Sappiamo, inoltre, che il peccato mortale è “una disobbedienza alla legge di Dio in cosa grave, fatta con piena avvertenza e deliberato consenso” e che chi dovesse avere la disgrazia di morire in questa situazione, senza confessarsi, si guadagnerebbe la pena eterna dell’Inferno. È in questo senso, quindi, che i Novissimi, attraverso la considerazione delle pene dell’Inferno e delle gioie del Paradiso, ci aiutano a sfuggire il peccato. Fungono da monito. Non si può sconfiggere il peccato se non si sa cosa esso sia e quali conseguenze comporti. 

Ecco, quindi, quanto è fondamentale la meditazione di queste supreme verità di Fede, che ci sostengono nel concludere santamente la nostra vita terrena, tenendo sempre presente la già citata massima fondamentale più salutare che resta sempre questa: 

Ricordati dei tuoi Novissimi e non peccherai in eterno.”

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