di Don Riccardo Pecchia
San Matteo evangelista, nacque a Cafarnao, in Galilea, verso la fine del I secolo a.C. Non si hanno notizie biografiche relative ai primi di vita, si chiamava Levi, alcuni suppongono che abbia cambiato il nome come una forma tipica dell’epoca, per indicare il cambiamento di vita, in quanto pubblicano, era membro di una delle categorie più odiate dal popolo ebraico. In effetti a quell’epoca gli esattori delle tasse pagavano in anticipo all’erario romano le tasse del popolo e poi si rifacevano come usurai tartassando la gente. I sacerdoti, per rispettare il primo comandamento, vietavano al popolo ebraico di maneggiare le monete romane che portavano l’immagine dell’imperatore. I pubblicani erano quindi accusati di essere peccatori perché veneravano l’imperatore. Gesù passò vicino a Levi e gli disse semplicemente Seguimi (Mc 2,14). E Matteo, alzatosi, lo seguì. Immediatamente Matteo tenne un banchetto a cui invitò, oltre a Gesù, un gran numero di pubblicani e altri pubblici peccatori. Dalla tradizione storica risulta che Matteo predicò agli Ebrei di Palestina, poi si recò presso altre genti; quali esse siano è incerto, si pensa all’Etiopia, al Ponto, alla Persia, alla Macedonia, all’Irlanda.
Si racconta che l’Etiopia fu evangelizzata dall’apostolo Matteo e si fa risalire a lui la conversione del re Egipo e di tutta la sua famiglia. Il racconto si sofferma particolarmente sulla figlia del re, Ifigenia, la quale dopo il battesimo si consacrò al Signore e fu messa da Matteo a capo di duecento vergini. Dopo la morte del re, il fratello Itarco, usurpò il trono e per ragioni di stato voleva in sposa sua nipote Ifigenia. La sua resistenza fu tale che Itarco cercò in Matteo il suo ambasciatore presso la giovane, ma egli ben lungi dal prestarsi ai desideri del re, anzi lo invitò ad ascoltare una sua predica che avrebbe tenuto il sabato successivo nel tempio al cospetto di tutta la popolazione. Quel sabato l’apostolo proclamò solennemente che il voto di matrimonio di Ifigenia con il re celeste non sarebbe potuto essere infranto per il matrimonio con un re terreno perché se un servo usurpasse la moglie del suo re sarebbe giustamente arso vivo. Il santo sarebbe stato ucciso sull’altare mentre celebrava la messa, trafitto a colpi di spada da un sicario inviato dal re. Ifigenia distribuì i suoi beni al clero e chiese che fosse costruita una grande chiesa in onore dell’Apostolo. Nel Martirologio Romano si legge che evangelizzò l’Etiopia e vi subì il martirio. Al 6 maggio il Martirologio pone la traslazione del corpo di Matteo dall’Etiopia a Salerno passando per Paestum; Morì il 21 settembre 69 d.C.; patrono dei banchieri, contabili, ragionieri
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