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San Luigi Gonzaga

La vita e le opere principali del santo protettore della gioventù cattolica, esempio straordinario di vita al servizio di Dio.

Nell’Alto Mantovano, ai piedi dei colli Morenici, le alture che delimitano il Lago di Garda verso la Pianura Padana, vi è un comune chiamato Castiglione delle Stiviere.
È qui che, il 9 marzo 1568, venne al mondo per grazia di Dio, san Luigi Gonzaga, primogenito del primo marchese di Castiglione Ferrante, appartenente alla nobile famiglia dei Gonzaga, e di Marta Tana di Chieri, donna colta e pia. 

L’infanzia del giovane rampollo della nobile casata fu caratterizzata, come da prassi del tempo, da una rigida educazione alle armi impartita dal padre il quale, quando il piccolo Luigi era ancora un bambino di soli 5 anni, gli regalò un’armatura fatta su misura e commissionata affinché il figlio acquistasse familiarità con l’ambiente militare. 

La speranza e la fiducia di Ferrante di trovare nel suo primogenito un degno successore e custode del marchesato, le consuetudini e le leggi del tempo che indicavano Luigi come erede del titolo nobiliare e dei possedimenti del genitore, nonché la non trascurabile brillantezza, anche negli studi, del giovane, lasciavano supporre, e non a torto, che Luigi avrebbe un giorno preso il comando e che sarebbe anche stato, presumibilmente, un buon marchese. 

Tuttavia il bambino non venne allevato solo dal padre, ma bensì anche dalla madre Marta, che lo educò alla Fede ed alla Carità. Se infatti a 5 anni Luigi giocava a fare la guerra in qualità di ufficiale e sparava con il cannone, a 7 anni già s’inginocchiava più volte al giorno per la recita dei salmi penitenziali, a testimonianza di come quella che lo stesso santo definì poi la ‘conversione al mondo di Dio’ stava già maturando in tenerissima età. Nel 1577-78 Luigi, assieme al padre ed al fratello minore Rodolfo, partì alla volta di Firenze e raggiunse la corte di Francesco de’ Medici. Qui a Firenze il percorso di Fede del giovanissimo santo, che non si lasciò distrarre dagli onori, dal lusso e dallo sfarzo della vita a corte, continua ed a dieci anni, davanti alla santissima Annunziata si consacra alla Madonna. Nel 1580 poi, a dodici anni, ricevette anche finalmente la Prima Comunione dalle mani del cardinale san Carlo Borromeo in visita pastorale nelle provincie bresciane. Dopo la nomina a principe del Sacro Romano Impero del padre Ferrante, nel 1581 la famiglia si trasferì stabilmente a Madrid, ove, ormai pratico sia di latino che di spagnolo, Luigi terrà anche un discorso davanti al Re di Spagna il 29 marzo del 1583. 

Nella capitale spagnola la vocazione del santo assunse contorni sempre più precisi ed il 15 agosto del 1583, nel giorno in cui si ricorda e festeggia la Solennità dell’Assunzione in cielo della Beata Vergine Maria, davanti alla Madonna del Buon consiglio nella chiesa del collegio della Compagnia di Gesù, è certo che il Signore lo vuole gesuita. 

La scelta di abbandonare la mondanità della corte e diventare religioso rese contenta e felice la madre, ma diede al contempo il via ad un’aspra e prolungata contesa con il padre che, non intenzionato a lasciar partire quel giovane figlio su cui così tanto aveva investito, lo portò con sé in altri viaggi e ‘missioni diplomatiche’, nella speranza che magari si innamorasse di qualche giovane nobildonna.
Ma così non fu, anzi, avvenne tutt’altro: Luigi non cambiò i suoi propositi e la scelta di entrare a far parte della Compagnia di Gesù acquistò ai suoi occhi sempre più bontà, tanto che di ritorno in Italia, nel 1584, nel corso di una solenne cerimonia nel castello di famiglia di San Giorgio in Castiglione delle Stiviere, firmò la rinuncia completa all’eredità ed al titolo nobiliare in favore del più giovane fratello Rodolfo.
Alla delusione del padre si aggiunse anche il dispiacere del popolo, ben a conoscenza delle qualità umane e morali del giovane Luigi.
Dopo l’atto di rinuncia partì alla volta di Roma, nella ‘grande allegrezza’, per raggiungere il collegio romano dei gesuiti ove arrivò nel novembre del 1585. 

Qui terminò gli studi di filosofia e chiese le missioni dell’India; i suoi superiori, dati il fervore nella Fede e la sua abitudine nella penitenza e all’autocontrollo si resero subito conto di avere tra le mani un vero e proprio ‘gioiello spirituale’.
Le aspettative e le impressioni dei padri all’interno del collegio non furono disattese o tradite, dato che nel corso dei pochi anni trascorsi dall’entrata di Luigi nel collegio e la sua morte, il santo ebbe modo di dimostrare più volte tutta la sua carità: nel 1588, in san Giovanni in Laterano, ricevette gli ordini minori; nel 1589 su consiglio del padre Bellarmino e del padre Acquaviva partì alla volta delle sue terre natìe per riappacificare il fratello Rodolfo con il duca di Mantova; un suo discorso sull’Eucaristia portò molta gente alla confessione; sulla via del ritorno entusiasmò gli studenti di Siena parlando della sequela generosa di Cristo Re. 

Furono la sua Fede, la sua Speranza e la sua Carità a spingerlo nel febbraio del 1591, dopo lo scoppio di una pandemia di tifo petecchiale a Roma, a presentarsi come volontario per aiutare e curare i malati.
Fedele al motto ‘Come gli altri’, cioè dimentico delle sue nobili origini e dei privilegi ad esse connessi, nonché del suo stato di salute e pronto ad aiutare il suo prossimo, scorto un malato abbandonato ai margini di una strada, con fervore di spirito e carità, noncurante del pericolo di essere contagiato, caricò sulle spalle il fratello morente per portarlo all’Ospedale della Consolata. Subito colpito da una forte febbre, dopo pochi giorno il giovane Luigi muore tra le braccia dei suoi confratelli, aveva ventitré anni. 

Tutta la vita di san Luigi Gonzaga è una straordinaria testimonianza dell’Amore infinito di Dio e dell’amore per Dio e per il prossimo che il giovane gesuita provò.
Egli, nonostante le consuetudini sociali della sua epoca quasi gli imponessero, o comunque indicassero, una certa e precisa via, nel suo caso il marchesato, non ebbe paura di ascoltare, seguire, intendere, amare e fare la Volontà suprema del Padre celeste e di diventare religioso, entrando al servizio di Dio donandosi interamente, così come non ebbe paura di raccogliere da terra quel suo fratello in Cristo, debilitato dalla malattia, e trasportarlo con la forza delle proprie braccia fino in ospedale, non pensando al rischio che lui stesso avrebbe corso di ammalarsi, ma bensì solo ad aiutare. 

Viene canonizzato nel 1726 da Benedetto XIII che tre anni dopo lo proclama protettore degli studenti; Pio XI lo designa patrono della gioventù cattolica nel 1926 e san Giovanni Paolo II lo consacra patrono dei malati di aids nel 1991. 

Preghiera a san Luigi Gonzaga di san Giovanni Paolo II

San Luigi, povero in spirito a te con fiducia ci rivolgiamo benedicendo il Padre celeste perché in te ci ha offerto una prova eloquente del suo amore misericordioso. Umile e confidente adoratore dei disegni del Cuore divino, ti sei spogliato sin da adolescente di ogni onore mondano e di ogni terrena fortuna. Hai rivestito il cilizio della perfetta castità, hai percorso la strada dell’obbedienza, ti sei fatto povero per servire Iddio, tutto a lui offrendo per amore. Tu, puro di cuore, rendici liberi da ogni mondana schiavitù. Non permettere che i giovani cadano vittime dell’odio e della violenza; non lasciare che essi cedano alle lusinghe di facili e fallaci miraggi edonistici. Aiutali a liberarsi da ogni sentimento torbido, difendili dall’egoismo che acceca, salvali dal potere del Maligno. Rendili testimoni della purezza del cuore. Tu eroico apostolo della carità ottienici il dono della divina misericordia che smuova i cuori induriti dall’egoismo e tenga desto in ciascuno l’anelito verso la santità. Fa’ che anche l’odierna generazione abbia il coraggio di andare contro corrente, quando si tratta di spendere la vita, per costruire il Regno di Cristo. Sappia anch’essa condividere la tua stessa passione per l’uomo, riconoscendo in lui, chiunque egli sia, la divina presenza di Cristo. Con te invochiamo Maria, la Madre del Redentore. A lei affidiamo l’anima e il corpo, ogni miseria ed angustia, la vita e la morte, perché tutto in noi, come avvenne in te, si compia a gloria di Dio, che vive e regna per tutti i secoli dei secoli. Amen. Preghiera a san Luigi Gonzaga del cardinale Martini
Signore Gesù, che hai rivelato a san Luigi il volto del Dio amore, e gli hai donato la forza di seguirti rinunciando a tutto ciò che al mondo appariva prestigio e ricchezza, di spendere la sua vita per i fratelli, nella letizia e nella semplicità di cuore, concedici, per sua intercessione, di accogliere il tuo disegno sulla nostra vita e di comunicare a tutti i fratelli la gioia del Vangelo, il sorriso della tua presenza d’amore. Fa’ che la tua croce sia, come lo è stata per Luigi Gonzaga, la nostra consolazione, la nostra speranza, la soluzione dei problemi oscuri della vita, la luce di tutte le notti e di tutte le prove. E tu Maria, che hai ispirato all’adolescente Luigi il proposito della verginità, consolida in noi il desiderio della purezza e della castità, ottienici il dono di contemplare il mistero di Dio attraverso quella Parola mediante la quale Gesù ci parla, ci chiama, suscita la nostra risposta.
Te lo chiediamo, Padre, per Cristo nostro Signore nella grazia dello Spirito Santo. Amen.

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