di Don Riccardo Pecchia.
Santa Giuliana di Cuma, nacque intorno al 285 a Nicomedia (attuale Izmit in Turchia), da una famiglia pagana. Si convertì al cristianesimo. Fu promessa, all’età di 8 anni, in sposa a Eulogio, prefetto pagano della città. Secondo gli accordi raggiunti dalle due famiglie, le nozze si sarebbero celebrate quando Giuliana avesse compiuto 18 anni. Ma quel giorno la giovane pose come condizione al matrimonio la conversione al cristianesimo da parte dello sposo. Ma lo stesso fidanzato la denunciò e condusse in tribunale dove ella, non avendo rinnegato la fede cristiana, fu condannata a morte. All’epoca del martirio di Giuliana, Nicomedia era stata eletta, dopo Roma, sede privilegiata dell’impero, dove l’imperatore Diocleziano, dopo aver istituito la tetrarchia, pose la propria residenza ed esercitò la sua opera urbanistica.
La persecuzione di Diocleziano partì proprio da Nicomedia, ed Eusebio narra che furono individuati e perseguitati cristiani anche negli uffici e nei palazzi imperiali. I martiri di quella città furono svariati e tra questi Doroteo che era un notabile dell’impero, ed Antimo che era vescovo della città. La giovane venne ripetutamente torturata e infine decapitata, nel 305, ai tempi delle persecuzioni dell’imperatore Diocleziano. Le sue spoglie custodite da una matrona romana, furono venerate nella cattedrale di Cuma (Napoli), oggi distrutta, che le accolse dopo il naufragio della nave che le conduceva verso Roma. Nel 1207 le reliquie di santa Giuliana furono traslate nel monastero napoletano delle Clarisse di Santa Chiara, attualmente invece sono conservate nella cripta di San Guglielmo del Santuario di Montevergine (Avellino).
Ecclesia Dei
in collaborazione con Don Riccardo Pecchia.